Caso Cucchi/ Primi indagati ma scoppia il caso Giovanardi

Caso Cucchi/ Primi indagati ma scoppia il caso Giovanardi Solidale con la famiglia ma la droga c'entra con la morte

Roma, 9 nov. (Apcom) - Solidarietà alla famiglia di Stefano Cucchi, ma "la droga purtroppo c'entra" con la morte del 31enne detenuto. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga Carlo Giovanardi ritorna sul caso Cucchi dopo le polemiche e le reazioni, anche tra i familiari del giovane, suscitate dalle sue parole di stamattina quando aveva dichiarato che il ragazzo era morto perchè "tossicodipendente e anoressico". In una nota ufficiale, il sottosegretario, provando a stemperare, "esprime solidarietà alla famiglia Cucchi", ma aggiunge: "la droga purtroppo c'entra", "perchè è stata la causa della sua fragilità". Ma proprio per questo e per le patologie dichiarate dallo stesso giovane a chi lo aveva in cura, il problema che secondo il sottosegretario si apre è quello dell'accertamento della volontà di Cucchi, della sua chiarezza, e se i medici dovevano o no rispettarla.Intanto, arrivano le prime iscrizioni sul registro degli indagati della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. L'accusa contestata è quella di omicidio preterintenzionale. Secondo quanto si è appreso, a rispondere della fine di Cucchi sono persone che hanno avuto contatti con lo stesso giovane pusher dal momento dell'arresto fino all'ingresso a Regina Coeli. Al vaglio dei pm Maria Francesca Loy e Vincenzo Barba ci sono oltre agli agenti della polizia penitenziaria anche dei Carabinieri.Si sta verificando anche il ruolo svolto da alcuni detenuti, presenti nel penitenziario romano e al 'Sandro Pertini', dove Cucchi è stato ricoverato per alcuni giorni. "Su tutte queste posizioni si stanno facendo accertamenti. Si procede a 360 gradi", si spiega a piazzale Clodio. Dalla cittadella giudiziaria non si confermano le indiscrezioni pubblicate oggi da alcuni quotidiani e filtrate da giorni. "Ci sono delle iscrizioni. Ma molte cose scritte e dette sono sbagliate. Bisogna attendere lo svolgimento di alcuni accertamenti", si spiega. Al momento gli inquirenti non hanno preso in esame la posizione dei medici, dei sanitari che si sono occupati di Cucchi. Per queste posizioni - si sottolinea - bisogna attendere il risultato delle consulenze disposte nei giorni scorsi e di cui ancora non sarebbero stati consegnati i risultati parziali.

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