Terrorismo/ Sito Usa: decifrato codice comunicazioni al Qaida

Terrorismo/ Sito Usa: decifrato codice comunicazioni al Qaida Permesso detenuti islamisti in Gb contatti con cellule dormienti

Roma, 19 nov. (Apcom) - L'intelligence di sua Maestà la regina Elisabetta avrebbe messo le mani sul codice segreto" usato dall'Organizzazione di al Qaida per comunicare con gli islamici detenuti nei carceri britannici. E' quanto ha rivelato il sito web statunitense, 'World Net Daily', come riporta stamane la tv satellitare saudita, Al Arabiya, sul suo sito on-line.Il codice, composto da una "combinazione di numeri e lettere scelte da 20 dialetti" arabi e asiatici sarebbe stato utilizzato da esponenti di primo piano di al Qaida detenuti nelle carceri britanniche per la loro corrispondenza con ben "10 mila cellule dormienti disseminate su tutto il territori" della Gran Bretagna.Stando alle rivelazioni del WND, il servizio M15, dell'intelligence interna inglese avrebbe individuato gli ideatori del codice decifrato che sarebbero "tre dei più pericolosi capi di al Qaida in Europa": Si tratterebbe di "Abu Qitadah", il giordano-palestinese detenuto nel carcere britannico Long Lartin e ritenuto braccio destro di Osama Bin Laden in Europa; il secondo sarebbe un aiutante dello stesso Abu Qitadah conosciuto con il nome 'Abu Doha', anche lui detenuto nella prigione di Belmarsh a sud est di Londra; il terzo autore del codice sarebbe infine, un altro detenuto a Belmarsh noto con il nome di battaglia "Abu Hamza" e in attesa di essere estradato negli Stati Uniti. Abu Hamza, avrebbe anche congeniato un sistema di comunicazione con l'esterno del carcere attraverso le condutture idriche della prigione di Belmarsh.Secondo quanto riporta l'emittente saudita, l'intelligence britannica avrebbe impiegato 6 mesi per decifrare il codice di comunicazione. Rompicapo, "composto da parole scelte tra 20 diletti, tra cui alcuni usati in Afghanistan, Pakistan, Iran, Yemen e Sudan" e che "le parole cifrate nascondevano messaggi e file che venivano fatti uscire dal carcere".

© RIPRODUZIONE RISERVATA