Gay/ Primo sì a Washington sulle nozze tra omosessuali

Gay/ Primo sì a Washington sulle nozze tra omosessuali Ora atteso voto definitivo nelle prossime settimane

New York, 2 dic. (Apcom) - Le associazioni per i diritti civili cantano vittoria a Washington dopo la storica vittoria di ieri nel consiglio cittadino. I consiglieri hanno approvato a larga maggioranza il testo di legge che riconosce le nozze tra omosessuali, dopo una battaglia politica durata mesi. È da prima dell'estate che prosegue lo scontro nella capitale americana che è ora a un passo dal varare la legge che aggiungerebbe Washington alla lista di Stati che hanno riconosciuto il valore legale dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.Il verdetto finale si avrà tra un paio di settimane quando il consiglio dovrà confermare il voto ma i tecnici danno oramai per scontato il passaggio. L'unico ostacolo potrebbe essere a questo punto il Congresso degli Stati Uniti. Secondo lo statuto cittadino infatti i parlamentari hanno l'ultima parola sui provvedimenti presi dagli amministratori della capitale. Se però entro 30 giorni il Congresso non metterà il suo veto il provvedimento diventerà a tutti gli effetti legge.Il voto di ieri arriva dopo un lunghissimo scontro che nelle ultime settimane ha visto in prima fila la diocesi locale che è arrivata a minacciare di interrompere i servizi sociali ai poveri della città se le "nozze gay" venissero effettivamente riconosciute. Il nodo è che la proposta, pur non obbligando le istituzioni religiose a consacrare le unioni gay, obbliga gli uffici della diocesi a riconoscere gli stessi diritti alle persone sposate, a prescindere dal sesso del coniuge."Stiamo solo chiedendo un testo che bilanci gli interessi della città nel riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso e quelli dei gruppi religiosi nel perseguire i precetti della propria fede", ha detto Susan Gibbs, portavoce dell'arcidiocesi di Washington. In caso di un mancato accordo la Chiesa potrebbe però rescindere i propri contratti con la città e interrompere la fornitura di servizi sociali.

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