Pd/ A coordinamento Bersani media su alleanze e riforme

Pd/ A coordinamento Bersani media su alleanze e riforme Pressing per Zingaretti nel Lazio, ma Udc tentato dalla Polverini

Roma, 19 dic. (Apcom) - Chi c'era racconta che la prima riunione del coordinamento Pd, l'organismo di oltre 30 persone che riunisce tutti i 'big' del partito e anche qualche seconda linea, giovedì sera si è consumata senza grandi tensioni, anche se il confronto non è mancato, tra l'ala 'movimentista' che è scesa in piazza per il 'No B day' e i fautori del dialogo con la maggioranza sulle riforme. Se Massimo D'Alema e Walter Veltroni sono rimasti in silenzio, sono però intervenuti personaggi come Luciano Violante, Franco Marini e Giuseppe Fioroni, tra quelli più insofferenti verso l'Idv e l'anti-berlusconismo, mentre Dario Franceschini e il 'bindiano' Franco Monaco hanno sostenuto le ragioni di chi era in piazza il 5 dicembre. Un confronto nel quale il segretario Pier Luigi Bersani, raccontano, ha scelto il ruolo di 'mediatore', in qualche modo: sì al confronto sulle riforme, ma non ad ogni costo ("No alle leggi ad personam") e impegno a lavorare per "allargare il campo delle alleanze" e non a restringerlo, e quindi niente rotture con Di Pietro.Sulle riforme Bersani, che ha aperto l'incontro, ha ribadito la linea esposta negli ultimi giorni: il Pd deve mostrarsi disponibile al confronto, ponendo paletti precisi sulle leggi 'ad personam'. E il segretario, secondo molti, fa rientrare tra le leggi ad personam anche quelle norme sul legittimo impedimento che la maggioranza e l'Udc vogliono approvare come soluzione 'ponte' prima di un lodo Alfano bis per via costituzionale.La linea del dialogo, sostenuta anche da Violante e Latorre, non ha però convinto Franceschini, che si è detto scettico sull'opportunità di un confronto: il capogruppo, replicando anche alle perplessità di Marini e Fioroni, ha rivendicato la scelta di scendere in piazza il 5 dicembre, spiegando che è necessario mantenere un rapporto anche con la 'piazza' e con l'opposizione sociale presente nel Paese. Se Marini e Fioroni hanno criticato la presenza di esponenti di primo piano del Pd al 'No B Day', Franceschini ha invece spiegato tutti i suoi dubbi sull'opportunità di un dialogo sulle riforme con una maggioranza che, a suo giudizio, punta solo a tutelare gli interessi del premier. Monaco, poi, avrebbe polemizzato con le posizioni espresse da D'Alema nell'intevista di ieri al Corriere della sera: può anche essere vero che esistono due 'populismi specualari' (quello della destra e quello di Idv, ndr), ma il Pd non può avere un atteggiamento equidistante.Bersani, raccontano, nella replica finale ha cercato appunto una 'terza via': il confronto sulle riforme va tentato, sia pure chiarendo che il Pd non è disposto ad accettare provvedimenti 'salva-premier'; il fronte delle alleanze va allargato e non ristretto, dunque no a rotture con Di Pietro.Il segretario ha anche fatto il punto della situazione sulle regionali: secondo Bersani il Pd avrebbe trattative ben avviate con l'Udc in 9 regioni sulle 13 che saranno chiamate al voto il prossimo marzo. I problemi principali, però, restano sempre il Lazio e la Puglia. Nel Lazio aumenta il pressing su Zingaretti, anche se secondo alcuni dirigenti Pd in questa regione l'Udc sembra molto tentato dalla candidatura di Renata Polverini messa in campo dal centrodestra.

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