Iraq/ Incursione iraniana nel giacimento di Fakka, Teheran nega

Iraq/ Incursione iraniana nel giacimento di Fakka, Teheran nega Baghdad assicura che cercherà una soluzione diplomatica

Roma, 19 dic. (Apcom) - La presunta incursione di militari iraniani in territorio iracheno, dentro un campo petrolifero lungo la frontiera contesa fra i due paesi, ha alimentato le tensioni fra Baghdad e Teheran oltre a fare salire il prezzo del petrolio nei principali mercati mondiali. A poco è servita, insomma, la tarda smentita degli iraniani attraverso un comunicato della Compagnia petrolifera nazionale (Nioc), citata dall'agenzia semiufficiale Mehr.La versione circolata ieri attraverso i media, e poi confermata dalle autorità di Baghdad era che alcuni soldati iraniani avevano sconfinato e preso posizione nel giacimento di Fakka, 300 chilometri a sudest di Baghdad, ricchissima riserva nella provincia di Maysan. "Alle 15.30 di oggi pomeriggio, undici (militari) iraniani si sono infiltrati attraverso il confine Iran-Iraq e hanno preso il controllo del campo petrolifero. Hanno innalzato la bandiera iraniana e adesso sono ancora lì" ha denunciato il viceministro dell'Interno iracheno, Ahmed Ali al Khafaji.A fine giornata è arrivata la risposta della Nioc da Teheran: "La compagnia - si legge nel dispaccio della Mehr - ha negato che i soldati iraniani abbiano preso il controllo di qualsiasi campo petrolifero in Iraq". Khafaji, citato dal Teheran Times, ha assicurato che Baghdad perseguirà le vie diplomatiche e l'episodio non rappresenta un casus belli. "Aspettiamo ordini dai nostri superiori" ha aggiunto, sottolineando che il giacimento in questione è "situato in territorio iracheno, in una zona contesa fra Iran e Iraq" ed "esiste un accordo fra i rispettivi ministri sulla questione".L'incidente è del resto avvenuto pochi giorni dopo che il ministero del Petrolio di Baghdad ha messo all'asta per le compagnie straniere i contratti per lo sfruttamento di sette giacimenti di petrolio e gas naturale. Nel frattempo, Wall Street ha chiuso con un aumento del petrolio di 34 centesimi, a 74,42 dollari al barile.

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