Raciti/Speziale:Ho pagato pena giusta ma non c'entro con omicidio

Raciti/Speziale:Ho pagato pena giusta ma non c'entro con omicidio "Sono contento, è primo passo avanti verso traguardo innocenza"

Roma, 19 dic. (Apcom) - L'uscita dal carcere per fine pena "è il primo passo avanti verso il traguardo finale, cioè la mia innocenza". A parlare Antonio Speziale che si dice "contento". Conversando con Apcom, Speziale, indagato per l'omicidio dell'agente di polizia Filippo Raciti, commenta "Ora voglio soltanto tornare a casa dai miei familiari, anche se già ora sono in famiglia. Quella che ho scontato - spiega - era la pena giusta che dovevo scontare per quello che è successo"."Ma l'omicidio - sottolinea Speziale - non lo devo scontare. Per questo ribadisco con forza la mia innocenza". E il giovane tifoso etneo aggiunge: "Sono tranquillo per il futuro".Speziale, uno dei due indagati per l'omicidio di Raciti, ucciso il 2 febbraio 2007 durante il derby Catania-Palermo, minorenne all'epoca dei fatti (aveva 17 anni), era ai domiciliari a Jesi, dove lavora, e dove doveva scontare una condanna a 2 anni per resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane è in attesa di giudizio insieme all'altro indagato, Daniele Micale, per tentato omicidio davanti al tribunale per i minorenni di Catania.

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