Libia/ Gheddafi voleva morire a Jaref, suo villaggio natale

Libia/ Gheddafi voleva morire a Jaref, suo villaggio natale Lo rivela l'ex capo di sicurezza: partimmo da Sirte troppo tardi

Roma, 7 nov. (TMNews) - I più stretti collaboratori di Muammar Gheddafi cercarono di convincerlo a lasciare la guida del paese già lo scorso marzo "per poter andare via con rispetto, salvando la faccia", ma i suoi figli erano contrari, soprattutto il secondogenito, Saif al Islam, oggi ancora in fuga. E' quanto ha raccontato alla Cnn l'ex capo della sicurezza del leader libico, Mansour Daou, oggi in carcere in Libia."Non è facile per qualcuno che è stato al potere per 42 anni credere che sia tutto finito", ha detto Daou, rimasto al fianco di Gheddafi fino all'ultimo, prima di essere ferito e arrestato. Il leader libico si sentiva tradito dai leader mondiali che considerava suoi alleati: "Parlò degli amici che lo avevano tradito e che non erano al suo fianco, come Berlusconi, (l'ex premier britannico Tony) Blair, il Presidente francese (Nicolas Sarkozy) e (il premier turco Recep Tayyip) Erdogan"."Era molto preoccupato e imprevedibile, forse perchè aveva paura", ha aggiunto Daou, raccontando gli ultimi giorni del colonnello a Sirte, trascorsi a scrivere e a leggere, in condizioni di vita precarie, per la mancanza di cibo e la necessità di dover cambiare casa ogni tre-quattro giorni. I suoi più stretti collaboratori gli avevano gli consigliato di lasciare Sirte prima dell'assedio dei combattenti del Comitato nazionale di transizione, ma il leader libico si era sempre opposto, fino al 20 ottobre.Quel giorno, Gheddafi ordinò di raggiungere il suo villaggio natale, Jaref, 20 chilometri a ovest di Sirte, un viaggio ritenuto un "suicidio" da Daou: "Voleva andare al suo villaggio, forse voleva morire lì o trascorrere lì le sue ultime ore".

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