Governo/Bossi usa toni soft: Per ora è no. Maroni riapre a Pdl

Governo/Bossi usa toni soft: Per ora è no. Maroni riapre a Pdl Timore alleanza con Casini, la speranza è che Monti cada presto

Roma, 13 nov. (TMNews) - "Per adesso è no, vogliamo prima vedere il programma". La risposta a Giorgio Napolitano è stata quella annunciata, la Lega dirà no al governo di Mario Monti. Ma i toni scelti da Umberto Bossi per formalizzare la decisione all'uscita dal colloquio con il Capo dello Stato, sono decisamente più morbidi. Come morbide sono state le parole di Roberto Maroni sull'alleanza futura con il Pdl: "Si chiude l'epoca" del patto con Silvio Berlusconi, ma "confido in Alfano, sono ottimista". Parole confermate al Quirinale dal Senatur: "Per ora il governo Berlusconi è finito, in futuro può capitare tutto".Come ad esempio, dice il ministro dell'Interno a SkyTg24, il voto anticipato: "Non escludo che si possa arrivare presto alle elezioni. Sono piuttosto scettico che questa eterogenea maggioranza possa reggere a provvedimenti, immagino molto duri, avrà difficoltà ad approvare" le misure decise dai tecnici. Dichiarazioni cui fanno da contraltare quelle del Senatur: "Per adesso è opposizione, poi quando vedremo il programma di volta in volta decideremo, avremo le idee più chiare". Resta però che anche questa mattina il Carroccio avrebbe rifiutato l'offerta di un ingresso al governo, se non più con Maroni confermato al Viminale - proposta già più volte respinta - pare con Giancarlo Giorgetti.Ma se la scommessa è che il governo Monti cada nel giro di pochi mesi, si spiega l'apertura di credito di Maroni ad Alfano: "Prima di tutto perchè dobbiamo seppellire Berlusconi - spiegano i suoi - e poi perchè dovremmo farci trovare preparati". Perchè il timore del Carroccio è che invece l'esperienza Monti duri a lungo, sia il laboratorio dove si ricompone il centrodestra in una struttura che possa rendere davvero marginale la Lega, saldando l'asse - almeno dell'ala cattolica e moderata - con l'Udc di Casini. Tanto più se uno dei lasciti di quella che viene chiamata la "grande ammucchiata" sarà una nuova legge elettorale penalizzante per il partito del Sole delle Alpi.Tuttavia, tra i leghisti è ancora forte la convinzione che, almeno a livello elettorale, la scelta di stare all'opposizione pagherà: "A leggere le e-mail che ci arrivano, saremo premiati". Così come sono state bene accolte le parole di Angelino Alfano, che ha escluso la legge elettorale dai temi di cui si occuperà il futuro governo. E così Maroni da un lato rassicura il Pdl sulla tenuta delle alleanze in essere al nord, dall'altro conferma che alle amministrative di primavera la Lega potrebbe anche correre da sola in molte realtà. Insomma "dipenderà da quello che succederà nei prossimi mesi" e anche se ora la "divaricazione è netta" con il Pdl in maggioranza e la Lega all'opposizione, questo "non vuol dire che non ci sarà la prospettiva di continuare il rapporto col Pdl o con quel che sarà. Ma ora c'è una pagina bianca, bisognerà scrivere un nuovo accordo".

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