Libia/ Saif Gheddafi si è finto pastore per sfuggire all'arresto

Libia/ Saif Gheddafi si è finto pastore per sfuggire all'arresto E' quanto racconta il comandante dell'unità che lo ha catturato

Roma, 20 nov. (TMNews) - Il secondogenito di Muammar Gheddafi, Saif al Islam, ha finto di essere un pastore di cammelli per sfuggire all'arresto, avvenuto venerdì scorso nel sud della Lbia. E' quanto ha raccontato il comandante dell'unità dei combattenti di Zintan che lo hanno catturato, Ahmed Amuri, citato oggi dall'Observer."Quando lo abbiamo preso ha detto: 'Mi chiamo Abdul Salem, pastore di cammelli", ha detto Amur, la cui unità ha tenuto sotto controllo per oltre un mese la vasta regione desertica del sud della Libia, prima di ricevere una soffiata, la scorsa settimana, sulla presenza di Saif nei pressi della città di Obari. "Sapevamo che si trattava di un personaggio di alto profilo, ma non sapevamo chi fosse", ha precisato Amur.I combattenti hanno quindi preso posizione nel deserto, vicino ad Obari; come previsto dall'informatore, venerdì scorso, hanno visto arrivare due jeep. "Quando abbiamo visto la prima vettura abbiamo esploso dei colpi, non per colpirla, ma come avvertimento. La macchina si è fermata. Quindi è arrivata la seconda vettura su cui c'era Saif - ha proseguito - abbiamo esploso dei colpi di avvertimento e la macchina si è fermata. Saif e un suo collaboratore sono scesi".Quando i combattenti si sono avvicinati a piedi, Saif si è gettato faccia a terra e ha cominciato a sporcarsi il volto: "Voleva rendersi irriconoscibile". A questo punto Amur è corso verso di lui e gli ha ordinato di alzarsi, trovandosi così faccia a faccia con il figlio di Gheddafi: "La sua faccia era sporca, ma sapevo chi era. Quindi ci ha detto: 'Sparate'". Ma quando i ribelli si sono rifiutati di aprire il fuoco e si sono presentati, Saif ha detto: "Ok, sparatemi o portatemi a Zintan".

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