Finmeccanica/ Guarguaglini: Non lascio,nè Monti me lo ha chiesto

Finmeccanica/ Guarguaglini: Non lascio,nè Monti me lo ha chiesto Rispondo solo a Governo.Mia moglie resta ma è situazione diversa

Roma, 24 nov. (TMNews) - "Non ho nessuna intenzione di andarmene " e "nessuno mi ha chiesto di farmi da parte: nè il Presidente del Consiglio Mario Monti, perchè la sua era solo una battuta, nè il Sottosogegretario alla Presidenza Antonio Catricalà nel discorso che ci siamo fatti ieri a palazzo Chigi".E' l' 'hic manebimus optime' del numero uno di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, all'indomani dell'incontro a palazzo Chigi alla luce della nuova bufera giudiziaria sull'azienda di Stato che lo vede ancora una volta nell'occhio del ciclone, insieme alla moglie Marina Grossi, amministratrice della controllata di Finmeccanica Selex Sistemi Integrati."In lei - ha sottolineato Guarguaglini, intervistato dal 'Fatto Quotidiano' - ho piena fiducia: sono sicuro che ne uscirà completamente pulita, è una persona professionalmente valida e moralmente forte". E anche lei "pensa che è restando al suo posto che fa l'interesse della società e dei dirigenti perchè le dimissioni sono interpretate come ammissioni di colpevolezza".In ogni caso, però', ha altresì avvertito Guarguaglini, le rispettive personali "non sono situazioni equiparabili" perchè "io sono in una situazione diversa: non ho ricevuto alcuna contestazione"Quanto all'incontro con Catricalà a palazzo Chigi e alla pioggia di richiesta di dimissioni dalla stessa maggioranza che sostiene Monti, "Tutti dicono che resisto al mio posto e nessuno capisce che cerco solo di capire quele è il bene della mia società". E in ogni caso finora "nessuno nel Governo mi sta facendo pressioni in questo senso". Così' come da palazzo Chigi "non c'è stata nessuna convocazione" perchè "sono stato io a chiedere un incontro con il sottosegretario Catricalà che non mia chiesto di dimettermi.Più in generale, "se permette - ha voluto sottolineare ancora il presidente di Finmeccanica- penso di distinguermi da Silvio Berlusconi per varie ragioni. Non ho nemmeno ricevuto un avviso di garanzia, per la questione Diginit non sono stato nemmeno indagato e ad oggi nessun manager del gruppo è stato nemmeno rinviato a giudizio. Penso quindi il mio ruolo è solo quello di capire cosa pensa l'azionista di maggioranza della società, cioè il governo" e "poi prendere la decisione giusta".

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