Crisi/ WP: Draghi sta giocando a poker con i trilioni dell'Ue

Crisi/ WP: Draghi sta giocando a poker con i trilioni dell'Ue I leader europei stanno cercando di capire se bluffi o meno

Roma, 16 dic. (TMNews) - Mario Draghi sta giocando a poker con i 13.000 miliardi di euro dell'economia europea, mentre i leader europei stanno ancora cercando di capire se stia bluffando o meno. E' quanto scrive oggi il Washington Post."Draghi, diventato Presidente della Banca centrale europea meno di due mesi fa, ha fatto una scommessa, dichiarando che la potente Bce non stamperà moneta per arrestare la crisi del debito che sta colpendo il continente - scrive il quotidiano - in un discorso martedì, ha ammonito che non ci sarà 'salvezza esterna' per i Paesi fortemente indebitati, invitandoli a rimettere in ordine le proprie finanze. I leader di Germania, Francia, Italia e Spagna sono seduti al tavolo da poker, ognuno cercando di decidere come rispondere. Così come le grandi banche e gli altri investitori mondiali. I leader di Stati Uniti e Regno Unito stanno a guardare, nel timore di quanto potrà succedere se le cose andranno storte". Perchè la posta sul tavolo da gioco, ricorda il Wp, è di "13.000 miliardi di euro dell'economia europea".Il quotidiano americano afferma quindi che, fin dall'inizio del suo mandato alla Banca centrale europea, Draghi è stato "maestro di ambiguità, inviando segnali contrastanti - secondo alcuni osservatori in maniera deliberata - riguardo a quanto lui e i suoi colleghi vogliono fare per scongiurare un'implosione dell'Europa".In tutto questo periodo, ricorda il Wp, "Draghi ha mantenuto stretti rapporti con le autorità Usa e con molti dei protagonisti chiave in Europa" e "si sente spesso con il segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner" con cui ha una "forte affinità". Chiunque lo abbia visto operare da vicino, continua, ritiene che il Presidente della Bce abbia le capacità personali per affrontare il compito che lo aspetta, anche se queste non offrono alcuna garanzia di successo. Draghi è "un amministratore flessibile e pragmatico", ha detto Nathan Sheets, ex economista della Fed ora alla Citigroup. "Per istinto è portato a garantire sostegno finanziario e ad affrontare politicamente la situazione, ma senza mettere a rischio la Bce e senza portarla a scontrarsi con sistema politico tedesco", ha aggiunto.

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