Palermo, lite a sprangate per una precedenza: 2 arresti

Palermo, lite a sprangate per una precedenza: 2 arresti 'Un giorno di ordinaria follia' tra traffico in tilt e pioggia

Roma, 26 set. (Apcom) - 'Un giorno di ordinaria follia' a Palermo: complice il traffico in tilt e le strade bloccate dalle piogge torrenziali di questi giorni, per una mancata precedenza due automobilisti si sono affrontati a sprangate per strada,. Bloccati dai carabinieri, un 62enne e un 28enne sono stati arrestati.Tutto - spiegano in una nota i carabinieri del comando provinciale di Palermo - è avvenuto vicino alla rotonda di Uditore, completamente bloccata e gli automobilisti stressati dall'attesa del tutto impazziti. Loreto Testa, 62 anni, a bordo del proprio camion, ha un diverbio per una mancata precedenza con un altro automobilista, Vincenzo Manrico Pecoraro, 28 anni; i toni si accendono, i due scendono dai mezzi, si insultano, iniziano a spintonarsi e passano alle vie di fatto, volano schiaffi, pugni, testate. Il 62enne si vede sopraffare dal giovane, risale sul camion, prende una spranga di ferro e insegue il 28enne tra le auto come in un film americano, ricomincia una nuova colluttazione, ma il giovane si impadronisce della spranga di ferro del camionista, lo sbatte sull'auto e inizia a sua volta a percuoterlo.Per fortuna, proprio in quel frangente, passa di lì una pattuglia di carabinieri della Compagnia San Lorenzo che vede i due azzuffarsi ed interviene immediatamente. Ormai l'ira dei due è cieca, e nonostante l'intervento energico dei militari dell'arma per separarli e disarmarli della spranga di ferro i due, noncuranti, continuano a picchiarsi opponendosi con forza ai carabinieri. Solo l'arrivo di ulteriori rinforzi ha permesso di mettere fine alla follia dei due che una volta bloccati sono stati arrestati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.I due automobilisti, multati anche per intralcio alla circolazione, dopo aver passato una notte in cella a smaltire la rabbia, sono stati portati nel Tribunale di Palermo per essere giudicati con rito direttissimo.

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