Berlusconi: Nervi saldi. Io eletto da popolo,chiedo rispetto

Berlusconi: Nervi saldi. Io eletto da popolo,chiedo rispetto Premier irritato da nota Fini, poi smussa.E stoppa manifestazione

Roma, 9 ott. (Apcom) - Sarà pure il giorno in cui le prime tre cariche dello Stato invitano alla leale collaborazione fra le cariche istituzionali. Ma Silvio Berlusconi e il Pdl di certo non vestono i ruoli dei pompieri. Prima il Cavaliere, di fronte all'ufficio di Presidenza, usa parole parecchio dure: nei miei confronti ci deve essere maggiore "rispetto" anche perché quella del premier "è l'unica carica eletta dal popolo". Poi l'ufficio di Presidenza stila una nota altrettanto forte, nella quale si premette che la sentenza della Consulta sul Lodo Alfano "non si può non rispettare", ma "suscita inevitabilmente gravi e legittimi interrogativi e rischia di alterare nel tempo il corretto equilibrio tra i poteri dello Stato, i quali traggono tutti origine e legittimità dalla sovranità del popolo".Certo, Berlusconi davanti all'ufficio di Presidenza sostiene di non aver voluto scontrarsi con Napolitano, ma solo fotografare la realtà della composizione della Corte, in particolare per quanto riguarda i giudici di nomina presidenziale che hanno alle spalle una storia che parla da sola. Ma ad irritare Berlusconi era stata anche la presa di distanza mattutina di Gianfranco Fini. Il presidente della Camera si era rivolto direttamente al premier: "L'incontestabile diritto politico di Silvio Berlusconi di governare, conferitogli dagli elettori, e di riformare il Paese, non può far venir meno il suo preciso dovere costituzionale di rispettare la Corte Costituzionale e il Capo dello Stato". Non è un caso che nel documento finale non si faccia cenno al capo dello stato, mentre restano intatte le critiche alla Corte.Parole che non erano affatto piaciute a Berlusconi, che stamane si era sfogato con i fedelissimi: Capisco che abbia difeso Napolitano, anche per il suo ruolo istituzionale, ma intervenire in difesa della Corte è troppo... Non a caso dall'ufficio del ministro Sandro Bondi era partita una nota in cui si sottolineava che il presidente della Camera "non capiva la gravità della situazione". Parole che, alla fine, sono rimaste isolate perché la dichiarazione vergata a quattro mani da Fini e Schifani dopo l'incontro con Napolitano al Colle, ha stoppato l'impressione di una fuga in avanti singola della terza carica dello Stato.La riunione di palazzo Grazioli, che si è protratta per oltre tre ore, è servita al Popolo delle libertà anche per chiarire cosa fare dopo il duro colpo inflitto ieri dalla Consulta. Per ora il partito di Berlusconi accantona l'idea di una grande manifestazione di piazza in risposta alla pronuncia della sentenza sul Lodo. Fabrizio Cicchitto, durante la riunione, ha chiesto di scendere in piazza. Magari non ora, per evitare che diventi un'adunata contro la Consulta, magari all'inizio di dicembre, come il 2 dicembre 2006. Berlusconi, dal canto suo, preferisce per ora non dare il via libera a grandi manifestazioni di piazza, spiegando al partito: "Ora bisogna mantenere i nervi saldi e andare avanti, è più utile far vedere che lavoriamo e ci occupiamo dell'azione di governo".Potrebbero invece essere organizzate manifestazioni di partito su precise tematiche, magari anche per rivendicare l'azione dell'esecutivo e saldare il Pdl al territorio. In agenda, inoltre, c'è la manifestazione dell'organizzazione giovanile del Pdl, Giovane Italia, prevista il prossimo 9 novembre in occasione del ventennale della caduta del Muro di Berlino.Anche alla Regionali si è accennato, sancendo le difficoltà che ancora esistono nella scelta delle candidature alla Presidenza delle Regioni Lazio e Campania. Non del Veneto, sembra, si è discusso, anche se fonti del Pdl danno Giancarlo Galan nuovamente in ascesa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA