Giustizia/ Berlusconi spinge sulle riforme

Giustizia/ Berlusconi spinge sulle riforme Alfano: "Immunità parlamentare non fa parte del programma

Roma, 12 ott. (Apcom) - Avanti tutta con le riforme del pianetagiustizia. Il governo spinge l'acceleratore con il premier Silvio Berlusconi che dal palco di Benevento detta un'agenda che sembra a stretta scadenza: percorsi diversi per giudici e pm, stop all'abuso delle intercettazioni che sono una "patologia tutta italiana", piano per le carceri con 20 mila posti in più da discutere già mercoledì prossimo con il Guardasigilli Angelino Alfano.Ma tutte le riforme ruotano intorno a un principio e il Cavaliere non teme di enunciarlo: occorre, ha detto ieri "chiarire" il rapporto tra istituzioni e magistrati perchè "quando il premier si rivolge alla magistratura perchè gli hanno dato del 'buffone' la magistratura dice che è stata una goliardata". Berlusconi spiega che la riforma del processo penale è "allo studio" ma è "pronta": lì ci sarà "la separazione dei giudici che debbono giudicare, dagli avvocati dell'accusa". Peraltro, osserva il premier, "in moltissime democrazie non c'è bisogno di questa norma perchè in Francia e Inghilterra i pm non sono autonomi e indipendenti nel più alto arbitrio, ma sono sottoposti al ministro della Giustizia e all'esecutivo".Le intercettazioni sono un altro tema che sta a cuore alla maggioranza: "Introdurremo norme che permetteremo le intercettazioni solo in indagini per reati gravi", ha spiegato il premier, perché "la privacy è un bene primario" ed invece in Italia questo diritto "non è tutelato ed è anzi quasi calpestato".Difende l'investitura popolare di Berlusconi il ministro dellaGiustizia Angelino Alfano secondo il quale "ci sono forzepolitiche che credono allo scivolone giudiziario di Berlusconi,negando il valore primario del consenso popolare e della volontàdegli italiani. Ma noi andremo avanti pensando al buon governodel paese". Impegno, dunque, per le riforme ma al riparo da undubbio: "L'immunità parlamentare non fa parte del programma digoverno, né l'esecutivo ha intenzione di presentare disegni dilegge in materia". Le riforme della giustizia si saldano a quelle istituzionali perchè "l'intervento coinvolgerà necessariamente anche il Consiglio superiore della magistratura: "Una riforma della giustizia non sarà completa senza mettere mano alla Costituzione, senza una riforma costituente della giustizia. All'interno di questo quadro è difficile non prendere in considerazione una riforma che riguardi anche il Csm".

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