Riforme/ La prossima settimana chiarimento Berlusconi-Fini

Riforme/ La prossima settimana chiarimento Berlusconi-Fini Premier e presidente Camera devono raccordare 'le due linee' Pdl

Roma, 14 ott. (Apcom) - Non si terrà domani, come annunciato questa mattina da alcuni quotidiani, ma la prossima settimana l'incontro chiarificatore tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini sulle riforme. Lo hanno precisato autorevoli fonti istituzionali, interpellate sulle indiscrezioni di stampa.In ogni caso, quale che sia il giorno esatto del summit, fra lunedì 19 e sabato 24 ottobre nell'anno di grazia 2009, l'esigenza di chiarimento e raccordo fra Berlusconi e Fini sul metodo e le procedure delle riforme ancor prima che sui suoi contenuti è fortissima, fondamentale, non più rinviabile. E questo, per entrambi, nella doppia veste istituzionale, uno vertice del Governo e l'altro del Parlamento, e politica di co-fondatori del Pdl: il partito che oggi rappresenta la maggioranza relativa del Paese. Le posizioni di Berlusconi e Fini, infatti, al momento sulle riforme divergono pesantemente.Berlusconi, seguito a ruota da diversi ministri soprattutto ex Fi e dai capigruppo parlamentari del Pdl, all'indomani della decisione della Corte costituzionale sul lodo Alfano, ha annunciato il rilancio di riforme istituzionali e costituzionali, con proposte di legge ordinarie e costituzionali da mandare avanti in parallelo, soprattutto in tema di presidenzialismo e giustizia, da doversi realizzare nel minor tempo possibile e comunque essere varate entro la fine della legislatura. Con il ricorso, dunque, a procedure parlamentari rapide, se possibile accelerate, e senza timore di una approvazione finale a maggioranza con blindatura del centrodestra, qualora il confronto parlamentare con l'opposizione contrastasse e risultasse di freno alla esigenza di celerità che il Capo del Governo considera ora prioritaria.Fini, al contrario e in questo d'accordo e con il sostegno di Umberto Bossi e della Lega, 'consacrati' nel faccia a faccia fra i due a Montecitorio poche ore prima della sentenza della Consulta sul lodo Alfano, è convinto che sia politicamente e istituzionalmente necessario dare vita a una nuova stagione di riforme da aprirsi sì subito, ma con un metodo, procedure e tempi di realizzazione adeguati ad un obiettivo prioritario di realizzazione di un'ampia convergenza e, quindi, di una ampia maggioranza al momento della loro approvazione.Politicamente, da fondatore del Pdl, Fini, e con lui i parlamentari che gli sono in questo momento più vicini a partire dai presidenti delle commissioni Giustizia di Camera e Senato, Giulia Bongiorno e Filippo Berselli, è assolutamente convinto che il Pdl, quale partito di maggioranza relativa, debba operare e mettere la firma su riforme durature che stabilizzano le istituzioni e il sistema-Paese mettendo così fine a incertezze e instabilità politico-istituzionali. Esigenza e necessità considerata da Fini prevalente su convenienze contingenti e-o solo di parte. Sotto il profilo istituzionale, da presidente della Camera, Fini è in ogni caso determinato a non venire meno al ruolo che gli è proprio come presidente del Parlamento, di garantire tempi e procedure di riscrittura delle regole del gioco che assicurino quanto meno il tentativo di un coinvolgimento di tutte le forze politiche rappresentate alla Camera nella loro realizzazione. Un metodo e una procedura, insomma, che garantisca fin dall'inizio la sperimentazione di riforme a larga maggioranza da realizzarsi seriamente e non come semplice 'atto dovuto'.

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