Governo, Berlusconi-Pdl dicono no a Tremonti Vice, alta tensione

Governo, Berlusconi-Pdl dicono no a Tremonti Vice, alta tensione Lega si gioca Veneto-Piemonte. Il ministro vede Passera e Profumo

Roma, 27 ott. (Apcom) - Far pesare il parere degli organismi dirigenti del Popolo della Libertà per dire no alla richiesta del vice premierato per Giulio Tremonti, per condizionarne la politica economica e per arginare il ruolo della Lega e le sue richieste in vista delle Regionali. E' la carta che Silvio Berlusconi si gioca dopo il vertice di Arcore di sabato scorso, in cui ha dovuto fronteggiare il 'suo' ministro dell'Economia scortato dai leghisti Bossi e Calderoli. Più che la improbabile promozione di Tremonti, infatti, in ballo ci sono i rapporti di forza all'interno della maggioranza, con Berlusconi stretto tra l'alleanza di ferro con la Lega e la 'rivolta' del suo partito rispetto allo strapotere leghista e ai diktat di Tremonti in materia di politica economica. E in più con la scarlattina, così si dice, che gli ha fatto annullare tutti i prossimi impegni, compreso - forse - il vertice con Bossi e Fini che dovrebbe chiudere la partita delle regionali e che si preannuncia sempre più complicato.Per questo il premier ha voluto incontrare i tre coordinatori del Pdl, e ad una loro nota ha affidato il compito di ribadire la linea "condivisa" del governo: politica di rigore nei conti pubblici, come vuole Tremonti, ma al tempo stesso sostegno alla ripresa economica attraverso il rispetto del programma elettorale, e dunque con la riduzione delle tasse a cominciare dall'Irap. E per questo nei prossimi giorni la "collegialità" tanto invocata nel Pdl, a cominciare da Gianfranco Fini che ha sempre messo in guardia Berlusconi dal rapporto troppo stretto con la Lega fino a concedergli la 'golden share' dell'alleanza, diventerà realtà: si riunirà l'ufficio di presidenza e verranno consultati i gruppi parlamentari, per discutere delle scelte politiche, della linea economica e anche delle Regionali. Con la convinzione che a nessuno convenga tirare la corda fino al punto di far saltare il banco.Prima del vertice il leader della Lega aveva apertamente appoggiato la 'promozione' di Tremonti a vice premier, rassicurando al tempo stesso che questo non significherebbe il 'commissariamento' di Berlusconi. Ma in realtà, è il ragionamento che si svolge a via dell'Umiltà, è per l'accoppiata Veneto-Piemonte che il Carroccio sta giocando la partita. Alzando la posta su Tremonti per poi ottenere la seconda regione. D'altronde, che il ministro dell'Economia possa assurgere al rango di vice premier è ipotesi esclusa da tutti nel Pdl: negli ultimi giorni, non c'è ministro pidiellino che non abbia rilasciato una dichiarazione in questo senso.Così come non è poi detto che Tremonti abbia in mente il vice premierato, nè tantomeno che - non ottenendo la promozione - scattino automaticamente le dimissioni. Al termine del vertice con Berlusconi Ignazio La Russa chiede ai cronisti: "Siete sicuri che Tremonti abbia chiesto di fare il vice premier?". Più che i galloni sulla giacca, dunque, l'obiettivo del ministro sarebbe quello di garantirsi la titolarità piena della politica economica, negli ultimi tempi messa in dubbio ad ogni Consiglio dei Ministri, fino ad arrivare ai documenti apocrifi pubblicati su internet e alla 'contro-finanziaria' in Parlamento.Ecco allora che mentre i coordinatori del Pdl incontravano Berlusconi, lui pranzava con il gotha del sistema bancario italiano: Corrado Passera, Alessandro Profumo, Giuseppe Guzzetti. Ricucire con gli Ad delle due maggiori banche italiane, Intesa e Unicredit, dopo lo strappo consumatosi sui 'Tremonti bond' - ragiona un ministro Pdl - potrebbe essere il modo scelto da Tremonti per rinsaldare la sua posizione nei confronti degli altri ministri.

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