Corte Ue: no a crocifisso nelle scuole, Italia ricorrerà

Corte Ue: no a crocifisso nelle scuole, Italia ricorrerà Ricorso per rinviare il caso davanti alla 'Grande Chambre' della Corte

Bruxelles, 3 nov. (Apcom) - L'Italia ricorrerà contro la sentenza della Corte dei diritti dell'uomo che ha detto 'no' ad esporre il crocifisso nelle scuole. L'ufficio di Nicola Lettieri, il magistrato che difende l'Italia presso la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, conferma che verrà presentato un ricorso contro la sentenza odierna. Un ricorso "per rinviare il caso davanti alla 'Grande Chambre' della Corte, ha detto una collaboratrice del magistrato.La Corte ha emesso oggi una sentenza nella quale stabilisce che esporre il crocifisso nelle classi della scuola pubblica è contrario al diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le proprie concezioni religiose, e al diritto degli alunni alla libertà di religione.Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, la laicità delle istituzioni non nega il ruolo del cristianesimo. "Ovviamente - premette Fini - bisognerà attendere le motivazionidella sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, ma find'ora - aggiunge - mi auguro non venga salutata come giustaaffermazione della laicità delle istituzioni che è valore bendiverso dalla negazione, propria del laicismo più deteriore, delruolo del Cristianesimo nella società e nella identità italiana".Immediata la replica del ministro dell'Istruzione MariaStella Gelmini che attacca la corte :"Nel nostro Paese nessuno vuole imporre la religione cattolica e tantomeno la si vuole imporre attraverso la presenza del crocifisso. E` altrettanto vero che nessuno, nemmeno qualche corte europea ideologizzata, riuscirà a cancellare la nostra identità".Per le sentenze della Corte come quella emessa oggi da una giuria di sette membri è possibile ricorrere in appello, chiedendo il rinvio del caso davanti alla 'Grande Chambre', composta di 17 membri. La richiesta d'appello, tuttavia, viene prima esaminata da un collegio di cinque giudici, che può respingerla se considera che il caso non sollevi questioni gravi relative all'interpretazione o all'applicazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo o dei suoi protocolli, oppure una questione di carattere generale.

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