Aeroporti; Consulta 'cancella' comitato coordinamento Lombardia
Roma, 30 gen. (Apcom) - La regione Lombardia non ha "voce in
capitolo" nella gestione degli aeroporti. La Corte
Costituzionale, accogliendo il ricorso della presidenza del
Consiglio dei ministri, ha "cancellato" la legge regionale che
nel 2007 aveva istituito un coordinamento aeroportuale e aveva
riservato all'amministrazione locale il potere di decidere sul
rilascio delle concessioni per la gestione degli aeroporti
regionali e sull'assegnazione delle cosiddette "bande orarie". A
cadere sotto i "colpi" della Consulta è la legge 29/2007 della
regione Lombardia. Nelle motivazioni della sentenza 18 dei
giudici delle leggi viene sottolineato come la norma regionale
sia incostituzionale sotto diversi profili e in più punti.
Oltre a violare le norme costituzionali che riservano allo Stato
"la valutazione unitaria e la tutela di interessi" che vanno
oltre "la dimensione regionale" e si riferiscono "alla sicurezza
del traffico aereo e alla tutela della concorrenza", il
legislatore lombardo ha anche violato i regolamenti dell'Unione
europea "finalizzate a garantire lo sviluppo della rete
trans-europea dei trasporti". In particolare la legge è
incostituzionale "anche nella parte in cui dispone che la regione
nomina un proprio rappresentante nel comitato di coordinamento
degli aeroporti" soprattutto perché, aggiungela Consulta,
"prevede l'obbligo del coordinatore del comitato di motivare
eventuali pareri difformi da quelli del rappresentante
regionale". In conclusione, la Corte costituzionale osserva che
la legge regionale non si limita a intervenire sul fronte delle
infrastrutture ma "invade" il settore "dell'organizzazione e
dell'uso dello spazio aereo in una prospettiva di coordinamento
fra più sistemi aeroportuali". Temi sui quali invece lo Stato ha
una competenza esclusiva.