Firmato l'accordo sui nuovi contratti, ma senza la Cgil
Roma, 23 gen. (Apcom) - E' stato firmato ieri sera l'accordo sul
nuovo modello contrattuale. L'intesa non è stata sottoscritta
dalla Cgil, mentre Abi, Ania, Legacoperative, Cida e Confedir si
riservano di firmare nei prossimi giorni.
L'accordo è stato raggiunto su un nuovo documento unico per il
lavoro pubblico e privato. L'intesa avrà un carattere
sperimentale per la durata di quattro anni. Secondo quanto si
legge nel documento, il Governo e le parti sociali "convengono di
realizzare, con carattere sperimentale e per la durata di quattro
anni, un accordo sulle regole e le procedure della negoziazione e
della gestione della contrattazione collettiva, in sostituzione
del regime vigente".
"Le parti confermano che obiettivo dell'intesa - si legge alla
fine del testo - è il rilancio della crescita economica, lo
sviluppo occupazionale e l'aumento della produttività, anche
attraverso il rafforzamento dell'indicazione condivisa da
Governo, imprese e sindacati per una politica di riduzione della
pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, nell'ambito degli
obiettivi e dei vincoli di finanza pubblica".
Il nuovo modello contrattuale comune nel settore pubblico e
privato ha una durata triennale e conferma l'assetto della
contrattazione collettiva su due livelli: quello nazionale e
quello di secondo livello. Scompare l'inflazione programmata e
arriva un nuovo indice previsionale basato sugli standard europei
e depurato dalla componente energetica. Il nuovo assetto, che
supera dopo oltre 15 anni il sistema stabilito con gli accordi
del luglio '93, punta a semplificare e ridurre il numero dei
contratti nazionali nei diversi comparti.
Per il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il nuovo accordo
sulla riforma del modello contrattuale sostituisce integralmente
l'accordo del 23 luglio del 1993. "C'è stata la sottoscrizione da
parte di quasi tutte le organizzazioni partecipanti al tavolo:
l'accordo quadro - ha detto - ha riformato il modello di
contrattazione quale fu a suo tempo l'accordo del 23 luglio del
'93 che viene sostituito integralmente".
Anche per il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia si
tratta di "una firma storica". "Era dal 1993 - ha spiegato - che
non c'era l'accordo di tutte queste sigle. Ci sono 25 sigle che
hanno firmato: c'è tutto il mondo dell'impresa, c'è tutto il
sindacato tranne la Cgil", ha aggiunto, sottolineando il
dispiacere per la mancata firma di Epifani. "Abbiamo fatto di
tutto ma alla fine siamo anche convinti che serve coraggio,
bisogna andare avanti e fare quelle riforme che servono al
paese", ha detto.
Il governo "ha forzato verso un accordo che sapeva non avrebbe
avuto il consenso della Cgil", è la severa critica del segretario
generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che non ha firmato il
nuovo modello contrattuale. "E' stato presentato un testo - ha
detto - integrato con il pubblico impiego, un testo
immodificabile. E' stato un prendere o lasciare".