«A Treviolo le arance sono migliori»
«Sono uscito per cercare le chiavi»

Bugie, scuse, pretesti assurdi per giustificare le uscite senza autorizzazione. Le polizie locali: i trasgressori sono una minoranza. Automobilista finisce contro un palo per evitare una pattuglia.

«Non vince chi ha la scusa più originale, ma chi sta a casa». Questa la frase che il comandante della polizia locale di Treviolo e Lallio, Matteo Copia, ripete a tutti agli automobilisti o persone a piedi che ogni giorno, insieme ai suoi agenti, ferma per controllare che abbiano un giustificato motivo per spostarsi da casa. Frase che ha deciso di coniare perché di scuse originali, che scadono un po’ anche nel ridicolo, ne ha sentite diverse: da chi da Dalmine ha raggiunto Treviolo «perché qui ci sono le arance più succose», a chi, nonostante abbia la farmacia sotto casa nella frazione dove abita, si è spostato a quella nel centro di Treviolo «perché l’altra non ha la Tachipirina», circostanza poi ovviamente non rivelatesi vera. E chi poi alla domanda «che ci fa qui in via Roma?» ha risposto: «Sono andato a comprare le cartine». alla richiesta di mostrarle risponde: «Mi sa che mi sono cadute».

Il parco della Roncola di Treviolo è stato teatro di scuse incredibili di persone che erano andate lì solo per passeggiare o correre. C’è chi si è giustificato dicendo: «stavo andando a fare la spesa e mi scappava un bisognino» oppure chi, vestito da runner, ha detto «stavo andando al supermercato e ho allungato un po’ la strada per vedere la natura». Un uomo d’Alme, invece, si è giustificato dicendo «ero diretto al Leroy Melin e mi sono perso finendo al parco».

Nessuna scusa particolare, ma una tendenza a fare un po’ troppo frequentemente la spesa è quanto rilevato dal comandante Giovanni Farina fra la popolazione dei comuni di Arcene, Brignano, Lurano, Castel Rozzone e Verdello su cui ha la competenza: «Così -sostiene- ogni giorno abbiamo iniziato a chiedere l’autocertificazione anche a tutti quelli che sono in fila al supermercato. Così possiamo individuare chi ci va per farsi un giro e non, come dovrebbe, per approvvigionarsi in modo da poter rimanere a casa più giorni».

Ricariche e petto di pollo

Il comandante della polizia locale di Dalmine Aniello Amatruda ha preso spunto da richieste piuttosto bizzarre arrivate al comando per dare consigli salutisti: «Una persona di Dalmine ci ha chiamato chiedendoci se poteva andare a Grassobbio per comprare le ricariche delle sigarette elettroniche che erano arrivate nel negozio dove le aveva ordinate. Gli ho risposto di no e che era la volta buona per farsi passare il vizio».

Anche in Val Brembana i controlli condotti dalla polizia locale di Zogno per il rispetto delle norme adottate per combattere il Covid-19 stanno portando alla luce una minoranza (c’è da dirlo) di persone che fa spostamenti non consentiti. «Si tratta quasi sempre di persone fermate fuori dal proprio paese di residenza – dice il comandante della polizia locale Emiliano Paninforni –. Abbiamo dovuto sanzionare persone che si sono giustificate dicendo che non volevano stare in casa o che stavano facendo un giro perché in casa stavano impazzendo o, ancora, che andavano a Zogno perché solo in quel tale negozio vendono il cibo giusto per il loro cane o perché lì il petto di pollo è più magro o è scontato».

Alla polizia locale di Sarnico che li ha fermati hanno semplicemente risposto così: «Volevamo fare un giro». «Una motivazione che di certo non vale come giustificazione plausibile in un momento di emergenza sanitaria» dice il sindaco Giorgio Bertazzoli.

E così, durante i controlli organizzati venerdì pomeriggio, due cittadini bergamaschi non residenti a Sarnico si sono visti comminare una multa alquanto salata: 300 euro ciascuno. I due sono stati pizzicati mentre transitavano in auto, zona lungolago. E appena i vigili hanno abbassato la paletta e si sono ritrovati a dover giustificare quello spostamento in giustificato. Non solo si sono mossi oltre i confini del loro comune, ma hanno pure scelto di avventurarsi in giro senza una motivazione valida.

Ai controlli ha partecipato anche il primo cittadino Bertazzoli, con mascherina, guanti e una casacca blu siglata «autorità di pubblica sicurezza». «Abbiamo controllato all’incirca una quarantina di persone, sia in macchina che a piedi – spiega il sindaco -. Tutti siamo invitati a compiere il nostro dovere e a continuare a mantenere un atteggiamento responsabile che prevede una cosa molto chiara: si esce di casa solo se effettivamente necessario».

Era al volante della sua auto a Medolago e poco distante c’era una pattuglia della Polizia locale di Centrisola: non è chiaro se per l’ansia dei controlli o per una distrazione - visto che non c’erano altri mezzi in circolazione - l’automobilista è finito fuori strada ed è andato a sbattere contro un palo della luce. La disavventura è toccata sabato 4 aprile a un uomo di Bottanuco. Subito gli agenti hanno verificato le condizioni del conducente, un pensionato di 65 anni che fortunatamente non aveva riportato ferite. Il veicolo, che non era più in grado di muoversi, è stato recuperato dal carro-attrezzi del soccorso stradale Mariani di Suisio. Il comandante commissario Mauro Bianco evidenzia: «Nell’arco di un mese le nostre pattuglie hanno controllato almeno 150 veicoli che sono risultati in regola».

C’è chi ha dichiarato di consegnare urgentemente generi alimentari e medicine agli anziani genitori, chi invece ha autocertificato di recarsi in campagna a cercare le chiavi di casa perse alcuni giorni prima. Sono solo alcune delle false dichiarazioni mostrate agli agenti della polizia locale di Martinengo da diversi cittadini, fermati alla guida delle loro auto. Da metà marzo a venerdì 4 aprile hanno controllato 83 persone, inoltre 61 veicoli, 27 esercizi commerciali ed emesso 18 sanzioni.

Tra i multati a passeggio 9 sono ragazzi tra i 20 e trent’anni: «Siamo a conoscenza di tutto, ma non ce la facciamo più a stare in casa» la giustificazione dei più, che non è bastata a evitare le sanzioni. Il più curioso degli episodi è legato al comportamento di un 53enne del posto. Fermato dagli agenti, ha mostrato l’autocertificazione, ma un volta ripartito in auto è stato seguito dagli agenti, che lo hanno bloccato nuovamente quando sì stava consegnando medicinali e alimentari, ma non all’indirizzo dei genitori, bensì in casa di una donna. Un 70enne che nell’autocertificazione spiegava di dovere recarsi in campagna e percorre a piedi un lungo tragitto, per cercare le chiavi di casa smarrite la settimana prima in quel posto. Sono sette le sanzioni emesse ai bar, per il mancato rispetto della chiusura.

Al bar a giocare a carte

Addirittura in un piccolo locale del centro, con serrande abbassate, gli avventori entravano dal retro e una volta dentro giocavano a carte come se nulla fosse, ordinando le abituali consumazioni: «A casa ci si annoia e poi non facciamo nulla di male» la motivazione fornita dai clienti e dal titolare. Il comandante della polizia locale, Antonello Pizzaballa, spiega sconsolato: «C’è ancora molto menefreghismo sui divieti. Operiamo sette giorni su sette, dando anche una mano alla protezione civile per l’aiuto agli anziani e disabili, ma tenere sotto controllo la situazione non è facile: speriamo che prevalga il senso di responsabilità, per il bene di tutti».

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