Giovani e tecnologie, allarme dipendenza
«Smartphone usati in modo compulsivo»

«Il numero degli adolescenti dipendenti da tecnologie che si ritirano dai rapporti sociali o cadono nell’abuso di alcol o sostanze stupefacenti, sta crescendo. E’ ora di portare l’attenzione su questa problematica». E’ questo l’allarme lanciato da Enrico Coppola, presidente dell’Aga (associazione genitori antidroga) di Pontirolo Nuovo, da anni impegnata sul territorio nel contrasto di ogni forma di dipendenza.

A preoccupare sempre più è quella dalle tecnologie, computer e smartphone in testa. In base ai casi seguiti dallo smi (servizio multidisciplinare integrato) di Treviglio dell’Aga, per gli adulti si sta traducendo in una specifica dipendenza da internet come il gioco d’azzardo o la pornografia. Per i più giovani, invece, in una dipendenza da smartphone, cellulare multifunzionale che permette di fare foto, video, audio, chattare, sentire musica, gestire amicizie reali e virtuali sui social network.

Sono sempre più coloro che lo utilizzano in maniera compulsiva con la conseguenza di una riduzione di esperienze relazionali e di attività di vita concrete. «Quando un ragazzo prova disagio in un contesto relazionale - spiega Coppola - digita sul cellulare per risolvere l’imbarazzo della solitudine: questo fatto la dice lunga sugli atteggiamenti di fuga dalle relazioni reali che questo strumento permette. Le comunicazioni sociali attraverso il cellulare sono senza censure e disinibite perché manca la fisicità dei rapporti: il corpo che esprime fisicamente le emozioni è sostituito dalle loro fotografie . Molti giovani sviluppano buone capacità relazionali nel virtuale privilegiando i rapporti sui social network. Sono però poi incapaci di creare relazioni significative offline».

La conseguenza di questa incapacità è il ritiro sociale: l’ultimo caso preso in carico dallo smi è quello di un adolescente di 16 anni di Treviglio che a, un certo punto, ha iniziato a non voler andare più a scuola e uscire da casa. La seconda conseguenza possibile è lo sviluppo anche di una dipendenza da sostanze stupefacenti o alcol. Dei 300 adolescenti con età sotto i 21 anni trattati per questi problemi nel 2015 dallo Smi, circa il 60% aveva sviluppato anche una dipendenza da tecnologia: «Se nei contesti sociali online del divertimento - afferma ancora il presidente dell’Aga - molti di loro erano sicuri di sé e avevano facilità a comunicare, in quelli offline, per risolvere le insicurezze relazionali, facevano uso di alcol e droghe». A scopo indicativo, alcuni segnali di una possibile dipendenza da tecnologia sono un bisogno sempre maggiore di trascorrere tempo con lo strumento tecnico con perdita di altri interessi. In sua assenza il soggetto mostra mancanza di motivazione per altre attività, cattivo umore ,ansia e depressione, sorgono problemi scolastici, disturbi fisici come insonnia e cefalea. Da parte dello smi questo tipo di dipendenze vengono affrontate con la psicoterapia e un approccio cognitivo comportamentale: si lavora sul qui e ora, affidando consegne comportamentali e mansioni da svolgere. Coppola chiama infine alla sua responsabilità anche i genitori: «A volte la dipendenza da tecnologie trae origine dall’avere avuto come baby-sitter il televisore. E’ importante che i genitori abbiano sin dall’infanzia relazioni significative con i propri figli».

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