Anima e corpo paralizzati dal dolore
La medicina giusta è la piccola Giulia

Giovanna Cantù, la nonna di Grassobbio nel tunnel della depressione e del Parkinson, ma la nipotina le ridà vita.

La gioia delle piccole cose, una famiglia unita, una nipotina, Giulia, arrivata a illuminare tutto: così Giovanna Cantù, che vive a Grassobbio, combatte ogni giorno la malattia.

Quando la tristezza entra nel cuore occupa molto spazio e sembra togliere colore e sapore a tutto il resto. A volte si trasforma in un disturbo psichico invalidante, la depressione, che spinge le persone a perdere l’orizzonte. Chi ne viene colpito si sente al capolinea, e la situazione diventa particolarmente delicata quando si associa ad altre malattie importanti, come il Parkinson: è una faccenda seria, e per affrontarla ci vogliono tempo, pazienza, terapie attente e competenti. All’inizio pare difficile, come scalare una montagna; il primo passo può essere, per esempio, condividerla con qualcuno e iniziare a combatterla nella vita quotidiana, come Giovanna fa ogni giorno con il sostegno del marito Pierluigi Breviario attraverso piccoli gesti, come preparare insieme in casa la pasta fresca, oppure uscire per le strade del paese per una breve passeggiata.

Sono rimedi apparentemente semplici, ma con una potenza straordinaria: le hanno permesso di affrontare con uno spirito diverso il Parkinson e di sconfiggere – dopo un anno di lotta coraggiosa e faticosissima – un’altra grande nemica, la spondilodiscite, un’infiammazione della colonna vertebrale che le ha provocato dolori insopportabili, privandola delle forze e della voglia di vivere.

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