È morto il tifosissimo della Remer
Vittima di un malore durante la partita

Non ce l’ha purtroppo fatta Gianmario Vailati, il 72enne supertifoso della Remer Treviglio che domenica sera 20 dicembre aveva avuto un malore durante il match che la sua squadra di basket prediletta stava disputando al PalaFacchetti contro Brescia.

Le condizioni di Vailati erano apparse subito disperate, gli era stato praticato un massaggio cardiaco di 40 minuti che l’aveva momentaneamente salvato consentendo allo staff medico del 118 di trasportarlo all’ospedale di Treviglio, ma il quadro clinico era ormai compromesso e il 72enne si è spento lunedì 21. Commosso il cordoglio della Remer che l’ha ricordato sulla sua pagina Facebook.

Sul sito internet del sodalizio cestistico trevigliese si legge: «Ciao Gianni.... Non abbiamo parole per esprimere quello che proviamo e quello che abbiam provato ieri sera. Speravamo ti riprendessi e tornassi a sostenere i nostri ragazzi dietro la panchina. Non sarà così, ma con Pino tiferete “Forza Blu Basket” dal cielo. Condoglianze Luisa da tutti i Dirigenti, Soci, Staff tecnico e medico, Giocatori e tifosi tutti!»

Da anni Vailati seguiva la squadra di basket della Remer, per molto tempo lo aveva fatto anche durante le trasferte. Negli ultimi tempi, vista anche l’età e le condizioni di salute (era cardiopatico), si accontentava di tifare durante le partite di casa a Treviglio. Domenica all’improvviso il 72enne si era sentito male, perdendo i sensi e accasciandosi. I primi a soccorrerlo erano stati quattro tifosi che si trovavano accanto. Con loro e poi con altre persone accorse era iniziato il massaggio cardiaco, anche con un defibrillatore.

Sugli spalti erano arrivati anche il medico sociale della Remer Roberto Gatti, lo stesso capo dei tifosi trevigliesi (che è infermiere professionale) Gianluca Solitro, quindi il medico rianimatore dell’ospedale di Treviglio, Riccardo Valente, che era tra il pubblico. Da subito era intervenuto anche il personale del 118. Il massaggio cardiaco era durato circa 40 minuti, quindi Vailati era stato trasportato in Rianimazione, a Treviglio, in codice rosso, ma si sapeva che la sua vita era appesa a un filo. Che si è spezzato.

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