Il Villaggio della Gioia raddoppierà
In Tanzania nuovo centro a Bagamoyo

Il Villaggio della Gioia di Baba Fulgenzio continua a gettare i suoi semi. Adesso, dopo aver dato una famiglia a 120 bambini di strada e orfani dell’Aids della Tanzania, e istruzione ad altri 1.400 studenti, si prepara a una nuova sfida: la costruzione di un secondo villaggio a Bagamoyo, a 50 chilometri da Dar es Salaam, la città in cui 13 anni fa prese vita il grande progetto d’amore del missionario Passionista di Castel Rozzone.

Padre Fulgenzio Cortesi, alla soglia degli ottant’anni e nonostante conviva con un tumore e diversi acciacchi, sembra non invecchiare mai. Nel convento di Basella, dove torna ogni anno per trascorrere qualche settimana prima di ripartire per l’Africa («perché i miei figli sono lì e mi aspettano per Natale») ha gli occhi lucidi quando racconta i sorrisi dei suoi ragazzi e la crescita del suo villaggio «che nel 2001 era ancora un bosco impenetrabile popolato da scimmie e serpenti cobra».

Ora è una piccola città che ha quasi raggiunto l’autosostentamento, con otto case famiglia, una fattoria, una falegnameria, una panetteria che sforna mille pagnotte al giorno vendute anche fuori, l’orto e, soprattutto, il centro scolastico con l’asilo, la primaria e la secondaria: un vero fiore all’occhiello, che ha visto il Villaggio della Gioia classificarsi tra le prime dieci su 264 scuole private della Tanzania, per organizzazione, insegnamento e apprendimento della lingua inglese. L’ultimo taglio del nastro lo scorso Ferragosto, con l’apertura di un nuovo ostello per gli studenti che provengono anche da mille chilometri di distanza.

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