«Non c’erano motivi di gravità e urgenza»
Sospesa la chiusura, il «Bolgia» riapre

I giudici del Riesame bloccano il provvedimento del questore: il locale chiuso troppo in fretta, sarebbe bastata la procedura ordinaria. L’udienza nel merito il 18 dicembre prossimo.

Il Tribunale amministrativo regionale ha sospeso il provvedimento di chiusura della discoteca «Bolgia» di Osio Sopra emesso dal questore, Maurizio Auriemma, che sabato 16 novembre aveva fatto chiudere il locale per 25 giorni in seguito alla messa in onda di un servizio, da parte di «Striscia la notizia», in cui si vedevano «proposte di vendita di sostanza stupefacente nelle immediate vicinanze dell’ingresso della discoteca – si leggeva nella nota della Questura –, rivolte a giovani avventori in procinto di accedere alla stessa, oltre a essere documentato il consumo indisturbato di droga all’interno della sala da ballo. Il servizio televisivo ha ottenuto notevole risalto sulla stampa locale e nazionale suscitando viva preoccupazione tra la popolazione, anche in considerazione della giovane età dei frequentatori della discoteca».

I giudici non sono entrati nel merito della questione, che verrà affrontato in un’udienza fissata il 18 dicembre prossimo. Hanno però ravvisato che la decisione del questore non avesse quel carattere di gravità e di urgenza tale da far scattare la chiusura immediata della discoteca. «L’amministrazione non sembra aver fornito – si legge nel dispositivo del Tar – un’adeguata giustificazione quanto a specifiche esigenze di celerità in relazione a pericoli ”per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini”, talmente imminenti da essere inconciliabili con una contenuta dilazione, derivante dalla partecipazione dell’interessato al procedimento, sulla decisione dell’eventuale sospensione». Tradotto: la Questura poteva avviare sì il procedimento, ma con la procedura ordinaria (quindi consentendo alla discoteca di presentare le proprie ragioni d’opposizione alla chiusura) e non d’urgenza, perché di urgenza non ce n’era. Nel merito – ovvero se sussistano pericoli per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini – si discuterà il 18 dicembre.

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