Padre e figlio picchiati dai ladri
Chiesti 30 anni in tutto per i tre imputati

I Balestra erano stati aggrediti in officina. A processo tre rumeni. Le richieste del pm: 10 anni per due di loro, pena un po’ inferiore per il terzo.

Poco meno di 30 anni di reclusione in tre, per le accuse di rapina aggravata, tentato omicidio e lesioni personali con rito abbreviato (la formula che garantisce lo sconto di un terzo sulla pena): questa la richiesta di condanna formulata giovedì 13 aprile in udienza preliminare nei confronti di tre dei quattro rumeni sotto inchiesta per la rapina avvenuta il 9 dicembre 2014 a Cividate al Piano, ai danni di Giovanni «Nello» Balestra e di suo figlio Adriano, nella loro ditta «Bm Officine meccaniche».

Il difensore della famiglia Balestra, avvocato Bruna Civardi, parte civile al processo, in aula ha chiesto a sua volta la condanna dei tre romeni, con un risarcimento per i suoi assistiti. «La famiglia Balestra – ha spiegato – non si aspetta un risarcimento né tantomeno di poter tornare alla vita di prima. Quello che vogliono è che sia fatta luce su quanto accaduto, che non passi sotto silenzio quello che è capitato. Le loro vite sono state sconvolte, quello che chiedono è che vengano accertate le responsabilità».

Posizioni diverse per la difesa. Uno dei tre ha dichiarato di non essere stato presente mentre gli altri due hanno comunque scaricato sul quarto complice, detenuto in Romania, la responsabilità dei gesti più violenti, quelli che hanno portato Nello Balestra su una sedia a rotelle. Secondo il pm la dinamica della rapina, confermata dai racconti delle vittime e dagli elementi raccolti, sarebbe chiara: i quattro quella sera avrebbero fatto irruzione nella ditta per rubare; Adriano Balestra li aveva colti sul fatto e loro, invece di fuggire, lo avevano aggredito.Giovanni era intervenuto a difesa del figlio ed era stato brutalmente picchiato. Solo a quel punto la banda era fuggita: per individuarli gli inquirenti avevano analizzato tutte le utenze telefoniche transitate in zona, restringendo il cerchio fino a individuare i quattro rumeni; alcune testimonianze avevano poi fornito riscontri sufficienti per le misure cautelari.

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