Nel ristorante sette lavoratori in nero
Uno aveva il reddito di cittadinanza

I controlli della Guardia di finanza di Treviglio hanno scovato in tutto venti dipendenti irregolari in bar, ristoranti e parrucchieri della Bassa.

Sette dipendenti, per lo più italiani, impiegati nelle due sedi di un ristorante a Treviglio e Lurano, lavoravano senza essere assunti. Uno di loro percepiva anche il reddito di cittadinanza. È solo uno dei casi di lavoro nero scovati grazie a una serie di controlli della Guardia di Finanza di Treviglio per contrastare il lavoro irregolare. In un altro caso è stato sanzionato il titolare di un bar di Treviglio che impiegava in nero entrambi i dipendenti, uno dei quali percepiva anche l’indennità di disoccupazione (Naspi), beneficio di cui non aveva diritto avendo iniziato un nuovo lavoro.

I militari delle Fiamme Gialle hanno riscontrato in tutto 15 casi di lavoratori impiegati in nero e cinque risultati irregolari, ossia pagati in contanti per non far figurare il compenso in busta paga. I controlli nella Bassa bergamasca hanno interessato soprattutto bar, ristoranti e parrucchieri. Nove le attività commerciali ispezionate in tutto gestite sia da italiani sia da stranieri.

Oltre alle sanzioni amministrative previste a carico del datore di lavoro per ciascun dipendente impiegato in nero e alla segnalazione all’Ispettorato del lavoro per la sospensione dell’attività, è stata immediatamente attivata la Direzione provinciale dell’Inps di Bergamo per interrompere l’erogazione del reddito di cittadinanza e dell’indennità di disoccupazione, indebitamente percepite.

Nel complesso sono state comminate dai Finanzieri sanzioni per oltre 30 mila euro e sono state avviate le azioni per recuperare l’importo delle indennità illecitamente percepite (reddito di cittadinanza e Naspi). I datori di lavoro hanno dovuto regolarizzare la posizione di ciascun lavoratore, anche versando i contributi spettanti. Inoltre, come previsto dalle norme, le due persone sorprese a lavorare in nero, nonostante percepissero una il reddito di cittadinanza e l’altra l’indennità di disoccupazione, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Bergamo rispettivamente per aver omesso di comunicare il nuovo impiego lavorativo e per truffa ai danni dello Stato.

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