Ucciso da tre colpi di pistola a Treviglio
Morto 29enne, il proiettile nella tapparella

Il cadavere di un uomo, un albanese di 29 anni, è stato rinvenuto a Treviglio.

Si tratta di Vorfi Arben, giovane conosciuto dalle forze dell’ordine per i suoi precedenti di polizia, in particolare per reati contro il patrimonio.

Il 29enne è stato trovato morto nel suo appartamento, nella cittadina della Bassa, in via Compagnoni 1, ucciso da tre colpi di pistola.

Gli inquirenti ipotizzano che l’omicidio sia stato consumato nella notte tra martedì 17 e mercoledì 18 novembre: ignoti sarebbero entrati nell’appartamento e lo avrebbero ucciso. Un proiettile di pistola con cui è stato ucciso Vorfi Arben ha addirittura bucato la tapparella.

A trovare il corpo senza vita quattro amici della vittima che intorno alle 3 della notte tra mercoledì e giovedì sono andati a cercarlo nell’appartamento, avvisando poi subito i carabinieri di Treviglio.

La casa è stata subito posta sotto sequestro, sigillata fin dalle prime ore di giovedì mattina la porta di casa. Secondo quanto raccontato dalla vicina di casa, la donna avrebbe sentito martedì sera, intorno alle 22.40, tre «botti», probabilmente gli spari.

Dopo questo fatto dilettuoso, Fratelli d’Italia e An del Circolo Pianura Bergamasca segnalano la gravità della situazione: «Negli ultimi 10 giorni 4 episodi di sangue si sono verificati nella zona occidentale della Pianura Bergamasca: Zingonia, Dalmine, Pontirolo e Treviglio, sparatorie che hanno causato ben 2 vittime.Tutti episodi criminali riconducibili al controllo di l’attività illecite gestite da cittadini stranieri che arrivano in Italia con pochi controlli e senza un reddito fisso che poi necessariamente finiscono per delinquere».

Da qui la decisione di partecipare «sabato alle ore 16 al presidio voluto dal Centrodestra a Zingonia per chiedere più sicurezza,più controlli sugli stranieri e più mezzi e risorse per le forze dell’ordine. Il Far-West è già arrivato e se le istituzioni non lo stroncheranno sul nascere con provvedimenti efficaci tra qualche anno i nostri territori saranno invivibili».

Dalle prime indiscrezioni pare che l’omicida conoscesse la sua vittima: si ipotizza un regolamento di conti, forse in ambito di traffico di droga. Vorfi Arben viveva da solo al primo piano della palazzina di via Compagnoni 1: saltuariamente lavorava come muratore.

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