Un anno fa il disastro ferroviario in Puglia
Bergamo ricorda Michele e Salvatore

Salvatore Di Costanzo e Michele Corsini persero la vita nello schianto dei due treni sulla linea Andria-Corato.

Ventitre morti, oltre 50 feriti, una tragedia assurda. Era il 12 luglio 2016 quando due treni si scontrarono frontalmente sulla linea ferroviaria a binario unico tra Andria e Corato, in provincia di Bari. Un impatto violentissimo tra due convogli carichi di pendolari: i vagoni di testa si erano letteralmente sbriciolati, pezzi di lamiere volati per decine di metri tra gli ulivi della campagna che corre ai lati dei binari. Solo tre vagoni erano rimasti intatti.

Per disincastrare i due convogli erano servire tante ore di lavoro: decine i feriti nella tragedia delle Ferrovie del Nord Barese. E tra i morti anche due bergamaschi, Salvatore Di Costanzo e Michele Corsini: entrambi erano a bordo del treno diretto verso Andria.

Di Costanzo, aveva 56 anni, era agente di commercio e un noto allenatore di calcio provinciale: aveva allenato per molti anni un club blasonato come la Stezzanese, ma la sua impresa più grande l’aveva centrata trascinando il Brusaporto a suon di record dalla Promozione all’Eccellenza. Era stato anche all’estero come tecnico dell’Ungheni, seconda divisione moldava, prima di rientrare in Italia.

Corsini, 61 anni, stava tornando a Barletta, per occuparsi del bar nella centralissima piazza Duomo della città pugliese, che aveva rilevato nel 2012, dopo essere andato in pensione, e che era diventata la sua grande passione. Corsini aveva vissuto a Cologno al Serio alla frazione Fornasette: la moglie era originaria del paese della Bergamasca.

Sono 13 gli indagati dalla Procura di Trani per il disastro: l’indagine è ormai alle battute finali. Stando agli accertamenti disposti dai pm, a causare quell’incidente sarebbe stato un errore umano dovuto all’utilizzo del blocco telefonico su una linea a binario unico. I reati a vario titolo contestati sono quelli di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose plurime e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

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