25 aprile, Gori: «Non è un derby»
Stucchi: «Corteo divisivo»

Il sindaco nel suo discorso: «Non è “comunisti contro fascisti”, come ha detto Salvini. Proprio per niente! È italiani, democratici, contro fascisti, di ieri e di oggi. Questo è il 25 aprile!». La replica di Giacomo Stucchi: «Corteo divisivo che inneggia a combattere la Lega, ho fatto bene a non andare».

C’erano circa 2.500 persone al corteo dell’Anpi del 25 aprile in centro città. Un appuntamento quest’anno più atteso dal solito, viste le polemiche seguite alle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva detto di non voler partecipare a «derby tra fascisti e comunisti». Anche a Bergamo, infatti, la Lega, partito del vice premier, non ha aderito alla manifestazione. E il sindaco Giorgio Gori , anche senza citare direttamente né Salvini né la Lega, non gliele ha mandate a dire: «Un anno fa, forse lo ricordate, affrontai da questo palco il tema della condivisione di questa ricorrenza. Ricordai come la Resistenza fu “un grande fiume con molti affluenti, un’impresa comune che convolse persone di diverse culture politiche – non tutte di sinistra, anzi – e di come, purtroppo, questo valore inclusivo sia andato perdendosi – ha esordito nel suo discorso –. Questa è la festa della Liberazione dal fascismo storico, di una memoria che va onorata. Ma è anche è la festa della libertà e della democrazia, attuale e urgente nel suo opporsi al “fascismo eterno” che si riaffaccia ora in camicia nera, col braccio teso, come ieri a Milano, ora in abiti civili, sotto nuove, subdole e pericolose spoglie».

«Dissi che era importante allargare la platea del 25 aprile, riportandone la condivisione a tutti coloro che si riconoscono nei princìpi della democrazia, aldilà delle differenti collocazioni politiche, e riempire questa piazza di bandiere di diverso colore – ha continuato –. Per questo saluto con piacere il fatto che oggi in piazza ci siano anche le bandiere del Movimento 5 Stelle (presente per il M5S anche il consigliere dario Violi). Mi sembra un bel segnale, spero non dettato da urgenze elettorali. Per contro, quella che possiamo indirettamente interpretare come la risposta di un altro importante rappresentante delle istituzioni, non è altrettanto incoraggiante (Salvini, ndr)».

«Sul 25 aprile ha detto qualche giorno fa: “Siamo nel 2019 e non mi interessa il derby fascisti contro comunisti”. Io faccio il sindaco e non verrò meno in questa occasione al garbo dovuto a un ministro della Repubblica. Penso però che i rappresentanti delle istituzioni abbiano il dovere di conoscere la storia, di rispettarla, e di tramandarne la memoria nella sua verità. Che abbiano il dovere di rispettare i morti, il sacrificio di chi mise in gioco la propria vita per riconquistare la libertà e la democrazia. Non è un derby! Qui celebriamo la Resistenza come atto fondativo dell’Italia libera, nei valori condivisi dagli italiani e i valori della Costituzione: rispetto della dignità di ogni persona, nella sua diversità, rifiuto della sopraffazione e della violenza, uguaglianza, giustizia sociale. Non è “comunisti contro fascisti”. Proprio per niente! Con tutto il rispetto per chi si riconosce in quelle idee, non vedo molti comunisti nell’Italia del 2019. È italiani, democratici, contro fascisti, di ieri e di oggi. Questo è il 25 aprile! E gli si porti rispetto!».

Non si è fatta attendere la risposta del candidato sindaco di bergamo della Lega Giacomo Stucchi che con un comunicato ha ribadito le motivazioni che lo hanno spinto a non partecipare al corteo. Ecco il comunicato integrale:

«Credo che le immagini di oggi, del corteo in via Papa Giovanni XXIII dei centri sociali con gli striscioni ‘combatti la Lega’ e il resto delle bandiere tutte e solo rosse, parlino da sole: come sempre qualcuno ha trasformato il 25 aprile in una festa solo di parte, non la festa di tutti gli italiani ma solo di alcuni italiani. Qualcuno, a cominciare dal sindaco Giorgio Gori, mi critica per la mia assenza?

Tanto per cominciare ricordo che al momento non rivesto alcuna carica istituzionale per cui non vedo a che titolo avrei dovuto sfilare. Guardate però queste immagini, e quelle di ieri del mio punto elettorale devastato da vernice rossa, sparsa sempre da esponenti dell’area dei centri sociali: se fossi venuto in corteo avrebbero pensato ad una mia provocazione, ad un mio cercare una scontata contestazione per poi passare da facile vittima. Anche per questo ho preferito non esserci e risparmiare tensioni inutili.

E vedendo che il sindaco Gori si è ben guardato dal condannare gli striscioni contro la Lega ritengo di aver fatto bene a non andare in un corteo dove sarei stato insultato e forse aggredito da quelli che, per di più, ieri hanno devastato il mio punto elettorale. Infine una considerazione su Gori che parla di democrazia e poi sfila con i violenti dei centri sociali: ma è democratico secondo Gori sfilare con chi espone striscioni in cui si inneggia a combattere la Lega, movimento democratico che governa l’Italia e la maggior parte delle Regioni con il voto democratico dei cittadini italiani, movimento che secondo i sondaggi attuali avrebbe il voto democratico di un italiano (e di un bergamasco) su tre alle prossime Europee. È democratico invitare a combattere questo movimento? Oppure per Gori la democrazia è solo quella rossa che ha sfilato oggi?»

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