A Bergamo esodo dal pubblico impiego
Più di mille in pensione con Quota 100

L’allarme della Cisl. Il segretario Fp Murabito: «Neanche lo sblocco del turn over potrà compensare le perdite».

Sono stati oltre mille negli ultimi anni, altrettanti potrebbero lasciare quest’anno solo per Quota 100. Quella del dipendente pubblico, anche a Bergamo, sembra proprio una razza in via di estinzione: dal 2015 a oggi circa un migliaio di lavoratori di Comuni, enti statali, Ospedali hanno lasciato o lasceranno il posto di lavoro, con grande disagio per la collettività. E i rimpiazzi non sono così sicuri, visto che da una recente indagine del Forum per la Pubblica amministrazione, gli under 30 sono solo il 2,8% del totale, la metà di loro è nelle Forze armate e, tra quelli negli uffici, i giovani costituiscono anche il 64,4% del personale precario delle amministrazioni pubbliche.

L’età media degli addetti in provincia di Bergamo è 54 anni, e la classe d’età più rappresentata dopo quella 50-54, è quella immediatamente successiva, ovvero 55-59 anni, sia per le donne che per gli uomini.

E la carenza di personale – già in atto e che si acuirà in futuro – fa sì che nella sanità orobica lavorino operatori con centinaia di ore di straordinario non recuperabile sulle spalle; specialisti al lavoro ininterrottamente per 28 ore; centinaia di migliaia di ore di arretrati accumulati in ogni azienda ospedaliera, aziende che non riescono da tempo a far diga contro il continuo diminuire del personale, l’aumento delle richieste e la scarsità delle risorse.

«Le risorse in manovra di Bilancio – nota il leader Cils Fp, Maurizio Petriccioli – sono inadeguate rispetto alla professionalità delle persone che ogni giorno erogano servizi fondamentali a cittadini e imprese. Mentre aumentano le promesse occupazionali, si svuotano gli uffici, le corsie degli ospedali e le strade in cui gli operatori della sicurezza mettono a rischio ogni giorno la vita. Ribadiamo la richiesta di avere maggiori risorse per reagire alla grave emorragia di uscite dal lavoro che si aggraverà con Quota 100, realizzando uno straordinario piano di assunzioni che passi dalla stabilizzazione degli oltre 450 mila lavoratori precari, l’utilizzo delle graduatorie in essere degli idonei di concorsi pubblici, raggiungendo quell’obiettivo di 500 mila persone da inserire nella pubblica amministrazione. che lo stesso ministro della Funzione pubblica aveva promesso».

E a Bergamo, come si è visto, la situazione non è più rosea:«Dal 2007 al 2018 il numero dei dipendenti pubblici (scuola esclusa) della Lombardia è sceso di 17.568 unità – dice Angelo Murabito, segretario generale di Cisl Fp provinciale. Nella nostra provincia si è passati dai già insufficienti 14.551 agli attuali 13.400, e neanche lo sblocco del turn over potrà compensare le perdite».

Più di 1.500, inoltre, hanno i requisiti per poter approfittare degli scivoli di Quota 100 e Opzione donna: «In questa situazione, lavoratori pubblici sono demotivati, in sottorganico, con bassi salari, non valorizzati, senza essere formati adeguatamente, con impossibilità di fare carriera. Inoltre essendo la prima linea della pubblica amministrazione subiscono la rabbia dei cittadini dovuta dalla inefficienza pubblica. L’unico freno, per uscire con Quota 100, riguarda l’impossibilità di riscuotere subito il Tfs (la liquidazione degli statali), in quanto la promessa fatta dal ministro sull’anticipo non è stata mantenuta e maturando il diritto ai sensi della legge Fornero chi aderisce a Quota 100 rischia di vedere la sua liquidazione dopo sei anni dall’uscita».

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