A Bergamo nasce rete del cibo a Km 0
La mappa dei mercati a filiera corta

Bergamo costruisce un vero sistema cibo: nasce un coordinamento tra produttori e i 27 mercati a filiera corta del territorio.

La creazione di un sistema cibo, con un coordinamento tra produttori e aziende agricole e il censimento dei mercati che operano nella filiera corta in provincia di Bergamo: nasce con questo l’obiettivo il Coordinamento dei mercati a filiera corta della bergamasca, frutto del lavoro che Comune di Bergamo, CORES dell’Università degli Studi di Bergamo e le organizzazioni dei mercati della provincia di Bergamo hanno intrapreso nelle scorse settimane per migliorare l’efficacia delle politiche agricole e di vendita a filiera corta sul territorio. Sono molti i mercati di questo genere a Bergamo e nel suo hinterland, ben 27. Negli ultimi anni il trend di crescita ha mostrato un segno positivo più marcato, con la nascita in pochi mesi di almeno una decina di altri mercati. Di questi 27, 11 mercati hanno frequenza settimanale, 3 sono presenti a settimane alterne, 12 sono mensili; vi prendono parte almeno 160 produttori. La maggioranza dei mercati ha un bacino di 15-20 produttori che si alternano, con un numero di postazioni disponibili che si attesta tra 10 e 20. Nella provincia di Bergamo sono censite 370 aziende agricole a filiera corta: poco meno della metà quindi partecipano ai mercati nati sul territorio.

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«I mercati a filiera corta della provincia di Bergamo – spiega Simon Maurano dell’Osservatorio CORES dell’Università degli Studi di Bergamo - hanno costituito un coordinamento da gennaio 2017 per promuovere le proprie attività e provare a far fronte a problemi comuni quali la scarsa conoscenza della loro presenza sul territorio.

La promozione dei mercati è fondamentale per far conoscere le aziende del territorio bergamasco che, con il loro lavoro, tutelano l’ambiente e la salute dei cittadini. L’attenzione di queste piccole e medie realtà agricole e contadine è infatti concentrata sull’agricoltura di qualità, su forme di agricoltura contadina e sull’artigianato locale. I produttori coinvolti nei mercati basano la loro attività sulla promozione della biodiversità e sui metodi produttivi meno inquinanti e degradanti per i suoli agricoli, per l’ambiente circostante, per la salute dei consumatori. Come previsto dai regolamenti interni dei mercati, sui banchi arrivano prodotti freschi, stagionali, in buona parte biologici. La presenza diretta del produttore permette ai clienti di conoscere chi produce e con quali metodi, favorendo relazioni di fiducia tra consumatori e produttori e quindi un consumo più responsabile e sostenibile».

Bergamo si afferma a livello nazionale per le sue politiche sul tema: sono poche le città in Italia ad aver avviato questo tipo di iniziative, Milano e Torino. Nei prossimi mesi scambi avverranno tra queste città: Bergamo sarà caso studio particolare. «Si tratta di un importante passo avanti: – sottolinea il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori – non è solo un coordinamento tra mercati a filiera corta, ma anche tra produttori, mercati e consumatori, nel tentativo di realizzare un vero sistema del cibo sul territorio non solo cittadino, ma anche provinciale. Prima di avviare questa esperienza è spesso mancato il dialogo tra queste realtà e le istituzioni: un’accelerazione a questo processo la si deve al lavoro del tavolo dell’agricoltura promosso dall’Amministrazione comunale di Bergamo, al lavoro per tirare le fila sui temi dell’agricoltura urbana e periurbana, in vista anche di obiettivi importanti come il G7 dell’agricoltura, previsto entro fine anno in città, e come East Lombardy 2017, la Regione Gastronomica Europea, di cui Bergamo è uno dei territori protagonisti».

Il Tavolo dell’agricoltura prende slancio da Expo Milano 2015: si tratta di un eredità diretta della Carta di Milano e lavora, a cadenza mensile a Palazzo Frizzoni (con il coordinamento del Sindaco Giorgio Gori), per promuovere le esperienze agricole e produttive del territorio bergamasco. Non solo promozione: l’obiettivo è quello di riuscire a migliorare il rapporto con i consumatori a 360°, anche lavorando a una piattaforma di e-commerce che possa avvicinare ulteriormente le aziende agricole ai fruitori dei prodotti. Infine il tavolo lavora con l’obiettivo di migliorare le politiche di diritto al cibo e di contrasto allo spreco alimentare. In vista del G7 di ottobre l’impegno va verso l’organizzazione di un festival del cibo sano, prodromico al lavoro ministeriale che troverà all’ex Monastero di Astino cornice ideale per lo svolgimento dei lavori.

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