Abbiamo divorato il territorio in 60 anni
L’analisi domenica su «eco.bergamo»

Negli ultimi 60 anni abbiamo letteralmente fagocitato il territorio: in provincia di Bergamo ne sono stati consumati in totale 350 km², cioè il 12,8% del totale.

Basta un sguardo, un rapido confronto fra le due cartine che pubblichiamo qui sotto per capire cosa abbiamo fatto. Dal 1954 al 2015 al posto di campi e boschi sono sorti insediamenti urbani, produttivi e grandi impianti, strade, autostrade e ferrovie, impianti sportivi e di servizio, cave e discariche.

L’analisi è stata fatta da «eco.bergamo», la nostra rivista dedicata all’ambiente e alla green economy che torna in edicola domani, gratis per i lettori de L’Eco di Bergamo. Elaborando i dati della Banca dati destinazione d’uso dei suoli agricoli e forestali (Dusaf) è emerso con chiarezza il danno ambientale causato da una crescita senza controllo.

La cartina mostra come era il territorio della provincia nel 1954. I grossi centri abitati, oltre a Bergamo, si trovavano nella Bassa e sono Treviglio, Caravaggio e Romano di Lombardia. In quell’anno la pianura aveva ancora una forte impronta agricola.

Gli insediamenti abitativi sono evidenti in quell’anno lungo la Valle Seriana e, in parte, in Val Brembana. Per quanto concerne invece l’industria, salta subito all’occhio l’area della Dalmine e, sul lago quella della Lucchini. Per le infrastrutture si riconosce l’aeroporto di Orio al Serio (in giallo), realizzato nel 1937 per scopi militari.

La cartina del 2015 mostra come la pressione edificatoria sia stata maggiore nelle aree pianeggianti e fertili, sebbene anche nelle valli aumentarono sia gli insediamenti abitativi (soprattutto per le seconde case) che industriali.
Con il processo di inurbamento, si nota anche come nelle aree montane le attività agrosilvopastorali furono abbandonate, innescando un naturale aumento della copertura boschiva a scapito di pascoli e prati, ambienti semi naturali che erano stati ottenuti nel corso dei secoli col disboscamento.

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