Addio mamma coraggio
Hai sempre amato la vita

Roberta «Beba» Scappaticcio di Adrara san Rocco, è morta a 46 anni. Malata di Sla da 16 anni, ha scritto con lo sguardo poesie e testi teatrali.

Non solo Adrara San Rocco, ma tutto il basso Sebino è in lutto per la scomparsa di Roberta Scappaticcio 46 anni, ammalata di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), da tutti conosciuta come Beba e da tempo ospite nella casa di riposo Santa Maria Ausiliatrice di Bergamo - Fondazione Carisma. Le sue condizioni si sono aggravate circa due settimane fa, tanto da costringere i sanitari che la seguivano a un ricovero al Papa Giovanni, dove nella notte di lunedì è morta.

«Nonostante nel 2004, subito dopo il parto, le fosse stata diagnosticata la terribile malattia neuromuscolare che l’ha tenuta immobile – racconta il marito Eros Piccioli Capelli – ha continuato ostinatamente ad amare la vita. “Non mollare mai!” mi diceva sempre. Roberta è stata un esempio di determinazione e di capacità di convivere con la malattia, un forte messaggio di speranza per chi lotta e combatte contro la Sla».

La delicatezza dei suoi sentimenti è espressa in particolare nel suo libro di poesie «Il piccolo grande sogno di Beba» pubblicato nel 2013, leggendolo si viene a contatto con la dolorosa realtà di chi, pur condividendo la propria quotidianità con questa malattia degenerativa, continua ad amare la vita e a credere ciecamente nei valori dell’amicizia.

«Nella solitudine, nella malattia, nella confusione, la semplice conoscenza dell’amicizia rende possibile resistere anche se l’amico non ha il potere di aiutarci. È sufficiente che esista, l’amicizia non è diminuita dalla distanza o dal tempo, dalla prigionia o dalla guerra, dalla sofferenza o dal silenzio». Così terminava la pièce «Le ali di Beba» da lei stessa scritta e portata in alcune sale della provincia ed interpretata dai suoi amici di Entratico, Luzzana e Zandobbio sotto la regia di Lidia Buelli. Roberta parlava di amicizia, coraggio e di forza d’animo mostrando di avere ancora tanto dentro di sé da esprimere. Completamente paralizzata, l’unico modo che aveva per comunicare con il mondo era un computer, attivato dallo sguardo, che era diventato la sua voce e anche il suo strumento di creazione.

La dottoressa Anna Di Landro, responsabile per Bergamo dell’associazione italiana Sclerosi laterale amiotrofica, ha ricordi dolcissimi di Beba. «Quando andavo a trovarla lei mi accoglieva sempre con quel suo sorriso che ancora riusciva ad esprimere. Sul monitor mi scriveva “benvenuta” ed allora capivo che pur essendo completamente immobile, era una persona viva, con ruoli diversi: una mamma, una moglie, una donna che ancora seguiva lo svolgersi della vita familiare con tutti i problemi che ogni famiglia ha in sé. Anche dalla sua commedia “Le ali di Beba” traspare l’amore per la vita che culmina nel momento in cui si canta la canzone “eri una farfalla”, dedicatagli dallo zio agli inizi della malattia. Era una farfalla che la scorsa notte è volata in cielo, si è liberata dal suo corpo completamente immobile e ci ha lasciato una testimonianza di amore per la vita che non potremo dimenticare».

Roberta Scappaticcio lascia il marito Eros Piccioli Capelli e il figlio diciassettenne Simone, la mamma Michela Spalletta, il papà Claudio e il fratello Andrea.

La camera ardente è stata allestita nella chiesetta di San Giuseppe (adiacente alla parrocchiale) ad Adrara San Rocco e tanta gente è passata per recarle l’ultimo saluto.

I funerali si svolgeranno mercoledì 21 ottobre alle 15

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