Aiuti a più famiglie e importo più alto
Bonus bebè, allo studio nuove misure

Sostegno alla famiglia e alla natalità: l’obiettivo è aumentare il Bonus bebè da 80 a 110 euro per il primo figlio e ampliare la platea ai redditi fino a 35 mila euro.

Nel Decreto crescita, in discussione proprio in questi giorni in Commissioni Finanze e Bilancio della Camera, era stato inserito un emendamento presentato dal ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana. Il «pacchetto Fontana» proponeva una serie di sostegni e agevolazioni in favore del «ceto medio», compresa la detrazione di pannolini e latte in polvere. Se dovesse passare così come presentato inizialmente (anche se la Lega ha annunciato una possibile modifica dopo la dichiarazione iniziale di inammissibilità alla prima lettura della Camera) raddoppierebbero i beneficiari del Bonus bebè, nella sola Bergamasca potrebbero arrivare anche a circa 6 mila famiglie.

Il Bonus bebè è una misura a sostegno della natalità introdotta nella Manovra del 2015, entrata poi in vigore l’anno successivo. Fino al 2018 prevedeva un bonus mensile per i primi 3 anni di vita dei bebè, compresi i bimbi adottati. L’assegno ammontava a 80 euro al mese a figlio, nel caso di Isee, ossia di Indicatore della situazione economica equivalente, pari o inferiore a 25 mila. L’importo saliva a 160 euro al mese per i redditi Isee al di sotto dei 7 mila euro. Con l’ultima Manovra era stato rinnovato per i soli nati nel 2018 e per il primo anno di vita. Con l’obiettivo di intercettare anche il ceto medio, il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, aveva annunciato l’emendamento in prima battuta in sede di Finanziaria, salvo poi bloccarlo per effettuare le verifiche e modificarlo. Così è stato fatto nell’ambito del Decreto crescita, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 30 aprile, ora in corso di conversione in legge. Il Bonus bebè, secondo quanto previsto inizialmente dal Pacchetto Fontana, verrebbe potenziato passando da 80 a 110 euro al mese per un anno per i nuovi nati o adottato in famiglie con Isee a 35 mila euro e da 160 a 192 euro al mese in caso di Isee sotto i 7 mila euro. Secondo quanto scritto nella relazione che accompagna l’emendamento, con l’innalzamento della soglia Isee la platea raddoppierebbe. Nella sola provincia Bergamasca, tenendo conto dei dati Inps dello scorso anno, la platea potrebbe passare da poco meno di 3 mila famiglie (questo il numero di chi ha presentato le istanze nel 2018) a 6 mila.

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