Allarme siccità al Nord
Coldiretti, il Po sotto di 3,5 metri

I coltivatori preoccupati per le conseguenze che potrà avere questo inverno anomalo.

Mentre il Sud è bloccato dalle bufere di neve al Nord cresce l’allarme siccità con il livello del Po sotto di 3,5 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti al Ponte della Becca (Pavia) sullo stato del più grande fiume italiano che è rappresentativo dell’anomalie climatiche con una Italia alla rovescia e spaccata in due.

Al nord praticamente non piove e non nevica dall’inizio dell’inverno e gli effetti si fanno sentire con il ripetersi di incendi boschivi fuori stagione mentre cresce l’allarme degli agricoltori per la mancanza di acqua necessaria a creare le riserve idriche per i prossimi mesi. Un antico proverbio contadino dice che “sotto la neve c’è il pane” per rimarcare l’importanza di nevicate che coprano i terreni e le semine con una coltre protettive contro i grandi geli dell’inverno, ma la mancanza di precipitazioni rischia di compromettere colture come grano e mais che è alla base dell’alimentazione di mucche e vitellini nelle stalle della Penisola.

A preoccupare – sottolinea la Coldiretti - è anche il livello dei laghi con quello di Como che si trova sotto di 34 centimetri rispetto alla media storica con un riempimento poco sopra il 23%. La mancanza di precipitazioni è accompagnata al Nord da una anomalia nelle temperature dopo che l’anno appena trascorso – rileva la Coldiretti - è stato lungo la Penisola il più caldo dal 1800 ad oggi per l’Italia con una anomalia di +1.58°gradi sopra la media del periodo di riferimento (1971-2000), secondo Isac Cnr.

L’aumento medio delle temperature è accompagnato dall’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai diventata la norma e – sottolinea la Coldiretti – si manifesta il rincorrersi di siccità e gelate, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo al sole. Il risultato – conclude la Coldiretti - è il ripetersi di eventi estremi che provocano danni all’agricoltura che nel solo 2018 ha subito perdite per 1,5 miliardi di euro.

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