Appiccavano il fuoco per guadagnare
Ragusa, indagati 15 pompieri volontari

Un gruppo criminale composto da 15 volontari dei Vigili del Fuoco, del distaccamento di Santa Croce Camerina, appiccava incendi e simulava richieste di soccorso al fine di percepire ingiuste somme di denaro dallo Stato.

Gli stessi percepivano 10 euro circa per ogni ora di volontariato in caso di emergenze. I poliziotti della Squadra Mobile ragusana hanno arrestato il capo del gruppo che, durante il turno come volontario, si assentava, con la complicità dei colleghi, per andare con il suo furgoncino ad appiccare incendi per poi uscire con l’autobotte a spegnere le fiamme e percepire così le indennità. Tutti i 15 volontari, provenienti dalla provincia di Ragusa, sono indagati per truffa ai danni dello Stato italiano ed una parte di essi per incendio. Le indagini hanno avuto avvio grazie alla segnalazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ragusa, che aveva notato delle anomalie sul numero di interventi effettuati da una squadra rispetto alle altre.

L’arrestato, su mandato della Procura della Repubblica di Ragusa, è Davide Di Vita, vittoriese di 42 anni, ritenuto a capo del gruppo di 15 volontari dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Santa Croce Camerina che, al fine di percepire indebite somme di denaro, appiccava incendi e simulava richieste di intervento.

«Chiediamo che vengano comminate pene esemplari. L’indagine della Squadra mobile di Ragusa con l’arresto di Davide Di Vita ci lascia sgomenti. Un disegno criminoso organizzato scientemente da volontari dei Vigili del Fuoco, per soli dieci euro in più di indennità, non è solo sconfortante ma ci dimostra ancora una volta quanto l’ambiente ed il territorio, e la vita stessa dell’uomo, siano meno di zero per questi delinquenti. Appiccare il fuoco è un business che occorre contrastare. Annunciamo la costituzione di parte civile nel processo che si aprirà a carico dei responsabili di questi disastri ambientali perpetrati negli anni nel territorio di Ragusa da questi criminali». Lo dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia.

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