Apre il nuovo museo della fotografia
Tanta storia figlia di una magia

Apre al pubblico (ore 12-24, ingresso libero) il grande Archivio bergamasco «Sestini».

«Per un solo motivo fotografo: perché i miei figli sappiano in che mondo ho vissuto» ha detto Gordon Parks. Ma forse non è neppure tutto qui.

Si apre al pubblico il nuovo Museo della Fotografia «Sestini» di Bergamo (ore 12-24, ingresso gratuito nel giorno dell’inaugurazione), un gioiello tecnologico con un’interfaccia molto minimalista, colori bianchi, computer neutri, «soprattutto luce» come dice Roberta Frigeni, la direttrice del Museo delle Storie, regista in campo e punto di intreccio dei tanti fili di questa complessa operazione pubblico-privato che ha già l’aria di essere cosa di tutti e al tempo stesso luogo familiare, per motivi diversi, a ciascuno.

Appena aperto, il museo contiene, anche se non tutta visibile, la «storia della provincia di Bergamo tra ’800 e ’900» dice soddisfatto il sindaco Giorgio Gori: «Un progetto bellissimo. Diciamo grazie alla Fondazione Sestini per questo dono che fa alla città, che manifesta un grande amore non soltanto per l’Istituzione ma anche per i cittadini», centro di gravità delle donazioni di altri 10 super-partner e di una pletora di contributori presenti e venturi. Nell’epoca della riproduzione della vita in tempo reale, e delle spaventose eclissi di memoria che minacciano la massa di questi milioni di immagini fatte e ricevute e mai stampate che ci portiamo tutti in tasca, che più ne «scarichiamo» da qualche parte e più «pesano», a nuove ondate, sulle nostre limitate memorie, quest’opera (anch’essa a dire il vero in larga parte «digitale») «ci ricorda - sottolinea il sindaco - che la fotografia ha una storia», che non va perduta.

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