Artigiani contro il trasloco del mercato
Le aziende: «Così fatturato a rischio»

Via Canovine pronta al ricorso al Tar: «Con le vie d’accesso chiuse il lunedì, un danno del 20%». Gori: più parcheggi a disposizione.

Ci saranno tutti – assessori e dirigenti dei settori Mobilità, Lavori pubblici e Riqualificazione urbana –, col sindaco Giorgio Gori in testa oggi, mercoledì 20 marzo. Perché dover affrontare il ricorso al Tar di quaranta aziende (che nelle prossime ore potrebbero diventare di più) alla vigilia delle elezioni non è proprio il massimo. L’incontro con la Lia (Liberi imprenditori associati) proverà a scongiurare che, dopo la diffida al Comune dei giorni scorsi, si passi all’azione legale vera e propria. Sul tavolo c’è il trasloco (ormai deciso senza dietrofront all’orizzonte da parte dell’amministrazione) del mercato dalla Malpensata all’area di via Spino. Una vera e propria invasione di campo, sostengono gli artigiani (circa 200) che da anni hanno l’attività nella zona di via Canovine, l’ultimo e unico Pip (piano per gli insediamenti produttivi) rimasto in città.

La questione ora rischia di passare dall’aula di Palafrizzoni (dove il consigliere della Lista Tentorio Danilo Minuti ha presentato anche un’interpellanza con 500 firme) a quella di tribunale. «Chiudere al traffico la parte finale delle vie Canovine, Siccardi e Pandini il lunedì, giorno di particolare movimento per le imprese della zona, significa bloccare l’accesso a lavoratori, clienti e fornitori, con gravi conseguenze. In pratica, infatti, vuol dire fermare un giorno su cinque l’attività, con un danno stimabile attorno al 20% sulla produzione settimanale. Se ci sarà questa riduzione del fatturato, causata dalla scelta del Comune, a qualcuno dovremo chiedere i danni...», calcola Pietro Bonaldi, direttore della Lia, associazione che proprio in via Canovine ha la sede.

Per ora sono 40 le aziende che hanno dato mandato al sindacato d’impresa di andare avanti col ricorso, spiega il presidente Marco Amigoni: «Adesioni volontarie che per ora riguardano soprattutto le realtà produttive più direttamente coinvolte dalla chiusura delle vie, che impedisce l’accesso totale alle aziende il lunedì, quando si svolgerà il mercato. Ma la sottoscrizione è aperta, quindi altri potrebbero farsi avanti. Le 500 firme raccolte dall’interpellanza rappresentavano 140 aziende». All’ordine del giorno c’è anche la questione della sicurezza – «Nella zona transitano furgoni e autoarticolati pericolosi per gli utenti del mercato, soprattutto famiglie e anziani» – e dei parcheggi: «Già insufficienti».

Gori si dice pronto ad ascoltare le ragioni della categoria, sostenendo però che non ci sia incompatibilità tra le due funzioni (attività produttive e mercato). «Non ci sarà nessun ripensamento sul trasloco del mercato – è fermo il sindaco –, ci lavoriamo da oltre un anno, e proprio dall’ascolto delle istanze di imprenditori e artigiani abbiamo apportato alcune migliorie: sono stati recuperati 70 posti auto in più e altri 270 saranno disponibili sei giorni alla settimana sulla nuova area mercatale. La zona, quindi, sarà dotata di più parcheggi». Sull’accesso, Gori ricorda inoltre la recente apertura della nuova via che collega direttamente il Pip col rondò della Coop («Per rendere più fluido il passaggio dei mezzi»). «Se ci saranno altre possibilità per andare incontro alle richieste non ci tireremo indietro», assicura Gori. Ma il confronto di oggi si annuncia acceso.

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