«Assegni clonati e incassati da altri»
Giallo in Tribunale: spariti 92 mila euro

È giallo su tre assegni circolari intestati al Tribunale di Bergamo, destinati a una serie di associati di Federconsumatori vincitori di una causa contro le Poste: «Sono stati clonati e incassati da qualcun altro», afferma l’associazione.

Tre i casi segnalati dallo stesso studio legale, per un valore di oltre 92 mila euro. La vicenda è intricata: tutto ha inizio quando gli associati di Federconsumatori vincono un’annosa causa che riguarda i buoni fruttiferi postali. Sentenza in pugno, a luglio del 2017 il loro legale richiede all’ufficiale giudiziario addetto all’Ufficio notifiche e protesti presso il Tribunale di Bergamo di effettuare un pignoramento mobiliare all’ufficio postale di Bergamo, in via Locatelli.

«Nei primi giorni di agosto l’ufficiale giudiziario effettua il pignoramento e le Poste emettono due assegni postali circolari vidimati – ricostruisce l’avvocato – uno intestato al Tribunale di Bergamo per le somme dovute ai creditori e l’altro intestato all’Unep, Ufficiale Giudiziario di Bergamo, per il compenso a lui dovuto. Il tutto per l’ammontare complessivo di 28.854,18 euro».

L’avvocato si presenta più volte alla cancelleria del Tribunale, ufficio esecuzioni mobiliari, per ritirare la somma assegnata ai propri assistiti. «In seguito ai solleciti, prima ci è stato detto che la cancelleria era oberata di lavoro e che l’importo non era ancora stato versato sul libretto di deposito bancario. Poi, a metà gennaio di quest’anno, il cancelliere addetto ci ha riferito che le somme non si trovavano sul libretto perché l’assegno intestato al Tribunale di Bergamo risultava clonato, e questo nonostante gli unici soggetti autorizzati al ritiro della somma fossero i creditori di Federconsumatori, assistiti dal difensore». Sulla vicenda non è ancora stato possibile ottenere una versione da parte del Tribunale di Bergamo, né appurare se la Procura abbia avviato un’inchiesta, a seguito della denuncia, presentata la scorsa settimana.

Qualcuno – ricostruisce l’associazione – a metà dicembre è andato in banca e ha incassato la somma presentando un assegno clonato. Qualcuno che, evidentemente, è venuto in possesso dell’assegno originale in modo da poter copiare perfettamente il numero, la data, la somma, l’intestazione.

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