Astino, lavori chiusi entro inizio estate
Il monastero sarà aperto tutto l’anno

In dirittura d’arrivo l’intervento per climatizzare i locali e realizzare gli spazi tecnici per la ristorazione. Ecco il futuro dell’ex monastero.

Il monastero di Astino aperto tutto l’anno. Un obiettivo che molti consideravano irrealizzabile fino a pochi anni fa - quando il gioiello fondato nel 1107 era ancora chiuso e ricoperto di erbacce - e che invece sarà presto realtà grazie all’impegno della Fondazione Mia. Si concluderanno nelle prossime settimane i lavori di restauro indispensabili per consentire l’apertura 365 giorni all’anno. Un cantiere meno evidente rispetto a quelli del passato, ma estremamente prezioso.

Negli ultimi mesi gli operai hanno installato un nuovo cuore energetico e logistico: locali tecnici, magazzini, il nuovo riscaldamento in tutto il piano terra, oltre al restauro delle due sale anti refettorio e delle cantine dove troverà spazio il nuovo servizio di ristorazione permanente. Sono ancora in corso gli scavi sotto il bastione esterno per realizzare locali tecnici, mentre all’interno del chiostro troveranno posto i nuovi servizi igienici che sostituiranno quelli provvisori installati all’esterno, destinati alla demolizione.

Non certo un lavoro semplice: gli addetti hanno lavorato sotto stretta osservazione della Sovrintendenza, com’è logico che sia in un contesto storico così delicato. Ogni intervento è stato valutato a fondo per non compromettere un luogo in cui si respira la storia. «Avevamo ipotizzato di aprire entro Pasqua, però i lavori seguono un certo ritmo e vogliamo fare le cose per bene, dialogando costantemente con la Sovrintendenza - spiega Giuseppe Epinati, direttore della Fondazione Mia -. La cosa più importante è che entro l’estate il complesso del monastero sarà vivibile tutto l’anno».

Grazie a questo investimento da oltre 3 milioni di euro (su quasi 12 milioni previsti nell’accordo di programma per tutto il complesso) gli spazi potranno essere aperti anche nei mesi invernali. E la novità assoluta è rappresentata dal progetto di riapertura, per incontri e attività di aggregazione, anche del primo piano finora chiuso. «Al piano terra l’ambiente ora è climatizzato e riscaldato, un fattore fondamentale per organizzare attività culturali o sociali - continua Epinati -. La chicca invece è il progetto di recupero degli spazi al primo piano che abbiamo depositato alla Sovrintendenza. Potranno essere sfruttati per attività pastorali o di natura culturale».

Non è invece una novità, ma sarà uno degli eventi di quest’anno, la ricollocazione dell’Ultima Cena dell’Allori all’interno del refettorio. Il dipinto fu spostato nell’Ottocento con lo smantellamento del monastero. Ristrutturato dalla Fondazione Credito Bergamasco tra il 2012 e il 2013, ora si trova in Città Alta, a Palazzo della Ragione.

Gli ultimi interventi si inseriscono in un programma dei lavori che dura da tempo e che continuerà nei prossimi anni. Nel corso del 2019 è stato allargato il parcheggio di via Ripa Pasqualina per arrivare alla versione definitiva da 150 posti, sono stati sostituiti gli infissi, la rete fognaria è stata completamente rifatta ed è stata inaugurata la nuova pista ciclabile che collega la chiesa del Santo Sepolcro di Astino con quella della Madonna del Bosco.

Nelle prossime settimane verrà conclusa anche un’altra pista ciclabile, dal parcheggio fino alla cascina Mulino (a pochi metri dall’ingresso del monastero), un passaggio protetto per ciclisti e pedoni. L’attenzione poi si sposterà inevitabilmente sul progetto più ambizioso, quello dell’apertura della scuola di alta hôtellerie. «Abbiamo lavorato a lungo al progetto, che è stato presentato alla Sovrintendenza - commenta Epinati -, l’abbiamo studiato seguendo tutte le loro indicazioni, al termine di un dialogo costante. Quando avremo l’ok definitivo chiederemo al Comune il permesso di costruire per procedere con i lavori. Stiamo realizzando le opere nel rispetto dell’accordo di programma. Le tempistiche si sono un po’ dilatate, ma stiamo parlando di un cantiere con un enorme valore storico e che noi vogliamo rispettare fino in fondo. Il prossimo passaggio, con l’apertura definitiva e 365 giorni all’anno, è fondamentale».

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