«Aumentano i pazienti che guariscono»
E Lorini ripete: nessuno incontri nessuno

Il medico specifica: «L’80 per cento delle persone contagiate sul territorio non le vediamo e guariscono come con una normale influenza. Il 20% va in ospedale e il 5% sta molto male».

«Tornando a casa, la scorsa sera mi segnavo le cose brutte e le cose belle. Quelle brutte le stiamo vedendo tutti, le abbiamo viste tutti: i deceduti e i camion che trasportavano le bare dei nostri defunti e le modalità di come la gente sta morendo, senza contatto diretto. Poi ci sono le cose belle e sono le decine di pazienti che guariscono». Luca Lorini, direttore del Dipartimento di Emergenza, urgenza e area critica dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, interviene durante la trasmissione «Che Tempo che fa» di Fabio Fazio su Rai Due.

«Nelle Terapie intensive muoiono meno pazienti, la cura è più efficace» dice Lorini e commenta anche i numeri cinesi: «Sono risultati poco realistici: secondo le nostre analisi i numeri del contagio sono dieci volte tanto». Il medico specifica: «L’80 per cento delle persone contagiate sul territorio non le vediamo e guariscono come con una normale influenza. Il 20% va in ospedale e il 5% sta molto male».

Lorini parla anche dei tamponi: «I tamponi sono molto importanti ma è necessario specificare che i primi giorni ce ne erano pochissimi: non c’erano tamponi e non c’erano reagenti. Dal primo giorno abbiamo lavorato per avere i tamponi e tutti i sistemi di protezione che ora abbiamo, con due giorni di materiale fornito in anticipo e questo ci garantisce tranquillità». Con un commento anche su come l’Italia stia diventando «autonoma nella gestione del materiale di sicurezza: molto materiale non ci è arrivato, perchè molti Stati si sono tenuti i presidi. Ora l’Italia sta lavorando in autonomia, molte aziende si sono reinventate per garantire i presidi sul territorio e questo proseguirà nelle prossime settimane».

Infine un appello ripetuto più volte dal direttore del Dipartimento di Emergenza dell’ospedale di Bergamo: Dobbiamo comportarci tutti come se fossimo contagiati. La nostra frase ricorrente è: “Nessuno incontri nessuno”».

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