Auto elettriche e ibride in Piazza Vecchia
Il pasticcio nella nuova Legge di bilancio

Da Milano a Bologna e Bergamo, la protesta dei Comuni contro la nuova norma contenuta nella manovra. «Non tiene conto di ragioni di sicurezza».

Aree pedonali e zone a traffico limitato aperte a qualsiasi veicolo a propulsione elettrica o ibrida. È quanto sancisce l’articolo 1, comma 103, della nuova Legge di bilancio 2019. Come dire che Piazza Vecchia a Bergamo o Piazza di Spagna a Roma non saranno più off limits per le auto elettriche o ibride, solo per fare un esempio.

Contro la norma contenuta nella manovra si stanno scatenando i Comuni, tra cui Palafrizzoni. Pensata come misura anti smog «non tiene per esempio conto dei motivi di ordine pubblico e sicurezza che negli ultimi anni hanno spinto le città ad ampliare le zone pedonali» scrivono gli assessori alla Mobilità di Bologna e Milano al governo.

«È evidente che la norma, così come è scritta, è da cambiare. Se il tema che si voleva affrontare attraverso questo provvedimento era quello di introdurre misure omogenee nelle cosiddette Ztl ambientali il provvedimento andava scritto su basi completamente diverse e soprattutto andava prioritariamente condiviso con i Comuni. Da qui l’appello che Milano, Bologna, Rimini e tante altre città stanno lanciando ad Anci e al Governo per intervenire tempestivamente». Della stessa opinione anche l’assessore alla Mobilità del Comune di Bergamo, Stefano Zenoni. Protestano contro la nuova norma anche Fiab, Legambiente e Salvaiciclisti.

L’articolo 1, comma 103, della Legge di Bilancio infatti recita: «All’articolo 7 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo il comma 9 è inserito il seguente: “9-bis. Nel delimitare le zone di cui al comma 9 i comuni consentono, in ogni caso, l’accesso libero a tali zone ai veicoli a propulsione elettrica o ibrida”». L’articolo 7 del codice della strada è quello secondo il quale i comuni possono, con deliberazione della giunta, provvedere: a delimitare le aree pedonali urbane e le zone a traffico limitato tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull’ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio. Da qui il pasticcio normativo e il preannunciato dietrofront.

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