«Avrebbe detto: alziamoci e ripartiamo»
Albini, sabato un ricordo su Canale 5

«Lo vedevo come un eroico condottiero che, con il suo cavallo, lo scudo e la spada, si lancia in battaglia ed esce vincitore. Se fosse qui oggi ci direbbe: “Su alziamoci e ripartiamo». Le parole del fratello Andrea Albini sono state il giusto saluto per il grande uomo che è stato Silvio Albini, morto lunedì per un improvviso malore all’età di 61 anni.

Giovedì è stato il giorno delle esequie dell’imprenditore bergamasco in un Duomo colmo di gente (almeno un migliaio i presenti, alcuni dei quali rimasti all’esterno, essendo quasi impossibile entrare) e tra tanta commozione. «Facciamo fatica a vederlo immobile, in una bara, lui che era un cercatore sempre in cammino per le strade della vita, cittadino del mondo con la sua terra nel cuore», ha detto nell’omelia, monsignor Fabio Zucchelli, parroco della Cattedrale, mettendo bene in luce questo drammatico contrasto.

Con i familiari - i fratelli Giovanni, Stefano e Andrea, la sorella Monica e i nipoti - c’erano i rappresentanti delle istituzioni, i sindaci di Bergamo e Albino, Giorgio Gori e Fabio Terzi, parlamentari, assessori e consiglieri degli enti locali, così come era ampiamente rappresentata l’imprenditoria locale, di cui Silvio Albini era uno dei massimi esponenti. Ad impressionare, però, è stata la vasta partecipazione di quella che lui considerava la sua seconda famiglia: i suoi dipendenti, venuti dalla sede di Albino del Cotonificio Albini (con sette pullman) ma anche dagli altri siti produttivi italiani (da Gandino a Mottola a Brebbia) e persino da quelli esteri (Repubblica Ceca ed Egitto).

E, tra gli intervenuti in Duomo, proprio un dipendente ha dato voce ai sentimenti dei tanti lavoratori presenti (nel gruppo sono in tutto 1.400), donando un cuscino di fiori realizzato con il tessuto delle camicie: «Carissimo dottor Silvio - ha detto - siamo qui con il cuscino simbolo della festa per i 140 anni del nostro gruppo, anniversario caduto nel 2016. Ma oggi è lei il fiore centrale del cuscino, quello che gli altri fiori abbracciano e custodiscono. Ci mancherà, e troppo. Con affetto i suoi 1.400 fiori».

A salutare SIlvio Albini il mondo imprenditoriale: tra i tanti bergamaschi, la moda nazionale e internazionale, rappresentanti dei più grandi gruppi del fashion, così come le cariche istituzionali di Sistema Moda Italia, Milano Unica, delle associazioni tessili, tra cui la Confederazione Europea del lino. Zegna, Loro Piana, Paul & Shark, Herno e Kiton sono solo alcuni dei gruppi presenti, con anche i rappresentanti delle realtà tessili italiane che hanno reso omaggio al collega, sempre stimato. E poi ancora: clienti da tutta Europa, Cina e Usa. L’ultimo saluto sono le mani dei dipendenti che accarezzano i fiori di cotone posti sul feretro di legno chiaro. C’è anche la mano di Elhadji, senegalese da 18 anni alla tessitura di Albino: «Il dottor Silvio credeva in questo lavoro, e noi abbiamo sempre creduto in lui. Credeva in ciò faceva: ce lo diceva anche col sorriso dei suoi occhi».

Il ricordo di Silvio Albini sarà anche in tv: per la rubrica «Occhio al futuro» di Striscia la Notizia, il 19 gennaio era stato registrato ad Albino un servizio su innovazione e sostenibilità. Mediaset lo manderà in onda in suo tributo sabato tra le 20.40 e le 21.15 su Canale Cinque.

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