Barbie, icona senza tempo
Una mostra la celebra a Milano

Bella, sorridente, elegante e indipendente. Una donna che negli anni ha fatto di tutto e di più, portando in giro per il mondo valori di integrazione, pace, amicizia e rispetto.

E poi una donna modaiola, capace di anticipare stili e tendenze. Espressione dei suoi tempi ma anche icona senza tempo. Ecco Barbie, protagonista assoluta di una mostra dal 28 ottobre al nuovo museo Mudec di Milano, in via Tortona, 56. A curarla, insieme al marchio Mattel che ha creato questa bambola nel 1959, un bergamasco d’adozione: Massimiliano Capella, impegnato nei mesi scorsi su una pubblicazione relativa a il Palma il Vecchio e al suo legame con la moda.

In questo nuovo progetto propriamente sociologico e di costume Capella, che sarà presto docente del corso di Storia della Moda all’interno del nuovo curriculum dell’Università di Bergamo «Moda e Design», ha analizzato a 360 gradi il fenomeno della Barbie. «Curare questa mostra è stata un’esperienza incredibile, perché non stiamo parlando di una semplice bambola ma di un’icona che ha saputo parlare al mondo». Prima di tutto raccontando una donna emancipata, democratica: «Barbie è di tutte le razze, parla tutte le lingue, fa centinaia di lavori e, proprio come una bambina, vive la quotidianità, progetta e s’inventa la sua vita». Come ha detto la ricercatrice Nicoletta Bazzano «la bambina che sveste e riveste la Barbie gioca con quello che sta diventando il proprio archetipo». Senza tempo: «Ha attraversato epoche e terre lontane, rafforzando così il suo status di leggenda, ha interpretato ruoli e raccontato valori internazionali» continua Capella.

Fin dal 1959 alcune creazioni sfoggiate da Barbie sono state talmente in linea con le nuove tendenze estetiche internazionali che hanno rappresentato un vero e proprio campionario in miniatura dell’evoluzione della moda negli anni: «Dall’haute couture francese all’affermazione internazionale dell’italian look, fino alla nascita del ready to wear americano» spiega Capella. Interprete perfetta del gusto e dell’eleganza di ogni suo tempo: «Fino alla metà degli anni Sessanta lo stile esibito da Barbie è stato la perfetta sintesi di quel “miracolo economico” degli anni Cinquanta, rappresentato nel mondo della moda da un susseguirsi di tendenze e figure che hanno segnato la nascita di una nuova estetica». Ma non solo: «Punti di riferimento dei fashion designer di Mattel sono stati Dior, Givenchy, Chanel, Balenciaga, ma non sono mancati i riferimenti alle creazioni dei più celebri costume designer di Hollywood, indossate sul grande schermo da Grace Kelly, Audrey Hepburn e Doris Day – continua lo studioso -. Nel 1985 venne realizzata addirittura la prima collezione griffata di abiti per la bambola: 4 capi haute couture di Oscar de la Renta». Al suo servizio anche i bergamaschi Krizia e Trussardi.

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