Bergamo, bando per 59 case popolari
Come fare, ecco i nuovi requisiti

L’Ambito territoriale, oltre al capoluogo, comprende anche Gorle, Orio, Ponteranica, Torre Boldone e Sorisole: fino al 12 dicembre si può fare domanda solo on line, attraverso la piattaforma informatica regionale.

Basta graduatorie «sine die», punti a chi ha almeno cinque anni di residenza in Lombardia, un Isee fino a 16 mila euro e non possiede immobili. Arriva anche a Bergamo (o meglio all’Ambito territoriale, che oltre al capoluogo comprende anche Gorle, Orio, Ponteranica, Torre Boldone e Sorisole) l’avviso per l’assegnazione dei Servizi abitativi pubblici (ex case popolari) con i nuovi criteri introdotti dalla Giunta regionale Fontana.

Fino al 12 dicembre si può fare domanda (solo on line, attraverso la piattaforma informatica regionale) per l’assegnazione di 59 alloggi, di proprietà sia comunale sia Aler. Ottantasei le richieste presentate finora, di cui 16 da parte di cittadini di nazionalità italiana. I bandi sono aperti anche per gli Ambiti di Seriate (8 alloggi), Romano di Lombardia (27), Dalmine (16) e Treviglio (29). Dopo la sperimentazione in alcuni ambiti lombardi, le nuove procedure entrano a regime anche in Bergamasca, dunque. Non senza polemiche. È infatti critica l’assessore all’Edilizia pubblica di Palafrizzoni, Marzia Marchesi, che parla di «importanti incognite». L’assessore regionale competente, Stefano Bolognini risponde però punto per punto, difendendo il nuovo sistema che «risponde ai reali bisogni». «Il primo grave effetto – sostiene Marchesi – è che tutte le domande presentate in precedenza, che componevano le diverse graduatorie, decadono. I cittadini bisognosi a cui non è stata assegnata la casa dovranno rifare la domanda: la Regione Lombardia costringe tutti i non assegnatari a ricominciare da capo ogni volta». Per Bolognini, invece, si tratta di una «razionalizzazione, visto che con i vecchi regolamenti le graduatorie restavano sospese “sine die”, con le persone che non sapevano per anni se e e quando avrebbero avuto la casa. Arrivato il momento, inoltre, uno sue due rifiutava perché nel frattempo erano mutate le condizioni. Ora, invece, a Bergamo il 12 dicembre si chiuderà il bando, e a fine gennaio i cittadini sapranno se hanno o no diritto alla casa, con un termine certo».

Per Marchesi un altro limite è «la presentazione delle domande solo on line, il che prevede il possesso di un pc, di un cellulare, di un indirizzo e-mail, di un lettore Smart card e della capacita di utilizzarli,cose che proprio i più bisognosi faticano ad avere». Per Bolognini, invece, «al momento non risultano problemi dall’utilizzo della piattaforma informatica che, anzi, semplifica la procedura. Non ho ancora il dato di Bergamo, ma in altri casi il 90% degli utenti ha fatto domanda direttamente dal computer di casa, senza avvalersi dei servizi Aler o comunali». Marchesi mette sotto accusa anche «il criterio predominante del numero di anni di residenza sul territorio». «La residenza è per noi un indice importante di inserimento in una comunità – replica Bolognini –, ma non va a discapito dei parametri di indigenza o di disabilità, per cui ci sono punti addizionali. Per la prima volta, inoltre, chi fa domanda può scegliere fino a un massimo di cinque appartamenti tra quelli disponibili. I cittadini potranno scegliere l’alloggio più idoneo alle proprie esigenze familiari o lavorative e, nel caso dei disabili, senza barriere architettoniche».

L’assessore regionale, alla fine, si toglie un sassolino dalle scarpe: «Anziché fare le pulci al regolamento regionale, fossi il Comune mi chiederei perché nell’Ambito di Bergamo ci sono solo 59 alloggi disponibili quando a Romano ne hanno 27».

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