Bergamo, chiude l’Art Caffè
Piazza Pontida perde gli artigiani del caffè

La caffetteria, aperta nel 2005, lascerà il posto a un ristorante. «Vendere solo caffè non è sostenibile» .

Nell’angolo più estremo di piazza Pontida, dietro un massiccio portone di legno, si apre un avamposto di artigianalità e qualità che la città sta per perdere: l’Art Caffè. La caffetteria che dal 2005 ha contribuito a rivitalizzare una delle piazze più affascinanti di città bassa, chiude e lascerà il posto a un noto ristoratore bergamasco il cui nome è ancora top secret. L’ultimo caffè sarà servito il 18 ottobre. Erminia Nodari e Tullio Plebani, i coniugi proprietari del roastery bar sono stati tra i pionieri a Bergamo nella divulgazione della cultura del caffè di qualità. Da quando nel 2000 fondarono una torrefazione a Fornovo fino ad oggi, attraverso 15 anni di “bottega”, hanno cercato di scardinare la convinzione che «il caffè sia tutto uguale e costi un euro».

Dietro ai loro prodotti c’è un lungo lavoro di studio, di ricerca, di completa e trasparente tracciabilità: iniziando dalle visite alle piantagioni di piccoli produttori adeguatamente remunerati, all’attenzione alla filiera: la raccolta, l’essiccatura, la tostatura che avviene direttamente all’interno del locale: «È stata la nostra ultima sfida nel 2015 quando ci siamo spostati nella nuova location a pochi passi dalla precedente, abbiamo acquistato una tostatrice collocata a vista dentro il locale, per creare consapevolezza e mostrare ai clienti l'affascinate processo di lavorazione del chicco».

E l’aroma che si diffonde tra i tavolini del bar costituisce un’altra delle peculiarità dell’Art Caffè: basta varcare la soglia, infatti, per calarsi in un’altra dimensione, che oggi si direbbe slow, fatta di passione e cura dei particolari: «Non si tratta di una sconfitta dell’artigianalità e della qualità- ci dice Erminia - il nostro progetto “Critical Coffe” va avanti, la nostra missione di divulgazione proseguirà e soprattutto continueremo a studiare, migliorare e a tostare il nostro caffè: ci concentreremo solo su questa attività e lo venderemo on-line». La decisione di chiudere non è stata presa a cuor leggero e non sarà facile da far digerire ai molti affezionati clienti: «Siamo nati come artigiani e abbiamo continuato ad esserlo fino alla fine -prosegue Erminia-, ma un locale che vende solo caffè non è sostenibile economicamente, bisogna aggiungere qualcos’altro. Il motivo principale che ci ha portato a questo punto è proprio che l’aspetto della somministrazione alimentare, della cucina era diventato preponderante e molto faticoso da portare avanti. Soprattutto ci siamo accorti che sottraeva troppe energie alla nostra vera passione, il caffè».

I dipendenti, vista anche la formazione e la specializzazione acquisita non hanno faticato a trovare un’altra sistemazione. «Formerò un giovane che insieme a me abbia la voglia di lavorare e sviluppare consapevolezza in questo campo, e venderemo a privati e baristi che cercano un prodotto particolare, di nicchia».

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