Bergamo, Medaglie d’oro e Benemerenze
Ecco tutti i nomi: c’è anche Papu Gomez

I riconoscimenti saranno conferiti dal sindaco, Giorgio Gori, e dal presidente del Consiglio comunale, Ferruccio Rota, lunedì 23 dicembre al Teatro Sociale: qui l’elenco di tutte le persone che li riceveranno e le motivazioni.

Il Comune di Bergamo assegna cinque Medaglie d’oro e dieci Civiche benemerenze. I riconoscimenti saranno conferiti dal sindaco, Giorgio Gori, e dal presidente del Consiglio comunale, Ferruccio Rota, lunedì 23 dicembre 2019 alle ore 18, al Teatro Sociale, come gesto di gratitudine da parte dell’amministrazione comunale di Bergamo. La cerimonia quest’anno sarà dedicata a Felice Gimondi, con la rappresentazione, in apertura, dello spettacolo teatrale «Gimondi, una vita a pedali» di Paolo Aresi.

MEDAGLIE D’ORO

AFRICA TREMILA ONLUS

Africa Tremila è una onlus attiva fin dal 1995. In questi 24 anni di attività ha realizzato molti progetti in campo sanitario, scolastico e artigianale, in tanti paesi dell’Africa, Asia e Sud America, collaborando con diverse realtà locali quali: enti religiosi, istituzioni e altre associazioni di volontariato. I progetti di cui si occupa sono di piccola-media dimensione e sempre con tempi certi, sia perché possano fornire risposte immediate ai bisogni, sia perché possano essere gestiti con le forze dei volontari non avendo strutture costose o personale dipendente: nessuno degli operatori della onlus viene stipendiato e la sede dell’Associazione viene offerta gratuitamente da Confartigianato Bergamo. Negli anni Africa Tremila ha saputo estendere la propria attività non solo dal punto di vista geografico, arrivando ad operare in molti Stati, ma anche diversificando la natura della propria attività da progetti di natura sanitaria, a progetti di aiuto alimentare, di sviluppo di attività artigianali e o di allevamento, a progetti di istruzione e formazione, rispondendo di volta in volta alle esigenze delle realtà locali.

ROBERTO BRUNI

Avvocato penalista tra i più stimati della città, sindaco di Bergamo tra il 2004 e il 2009, presidente di Sacbo, società che gestisce l’Aeroporto di Orio al Serio, si è spento a settembre 2019, all’età di 70 anni, dopo una lunga malattia. Una vita scandita dall’impegno civile e politico e quel nome, Roberto, raccolto come un testimone dello zio antifascista, morto nel campo di sterminio Dachau (in Germania) il 12 febbraio 1945. Nel 2004 diventa membro della Giunta nazionale della Unione delle Camere penali Italiane di cui è componente dell’Ufficio di presidenza, con l’incarico di tesoriere. A fianco dell’attività forense, Roberto Bruni si dedica sin da giovane alla politica. Socialista, iscritto al Psi dal 1970, è consigliere comunale ad Alzano Lombardo, dal 1975 al 1980, e a Bergamo, dal 1981 al 1995. Dal 1990 al 1995, è assessore al Personale, all’anagrafe e ai rapporti con i cittadini del Comune di Bergamo.

Alle elezioni politiche del 2001 si candida con la coalizione dell’Ulivo nel collegio uninominale di Bergamo città, mancando l’elezione pur conseguendo il 40,5% dei voti. Nel 2004 viene eletto sindaco di Bergamo sostenuto da una maggioranza di centrosinistra composta da Ds, La Margherita, SDI, Verdi, PdCI, PRC, Repubblicani Europei, Italia dei Valori e Udeur. È il secondo sindaco di Bergamo, dopo l’esperienza amministrativa di Guido Vicentini, con una storia politica di sinistra. Nel 2009 non viene rieletto, ma la politica rimane una missione più che una passione. Nonostante la sconfitta elettorale resta infatti a Palazzo Frizzoni tra i banchi dell’opposizione. Da allora Roberto Bruni ha continuato a essere per tutti il sindaco, un sindaco socialista, quindi laico, saggio, paziente, capace di interloquire positivamente con tutti, laici e non laici, inclusivo, profondamente stimato, intrinsecamente democratico.

Alle elezioni del 2013 viene eletto in Lombardia consigliere regionale per la Lista Ambrosoli. Ma la malattia si affaccia sottraendolo pian piano a tutti gli impegni, tranne quello professionale che lo vede fino all’ultimo presente in Sacbo e a Palazzo di Giustizia nell’attività forense che è stata la sua vita.

FRANCO LOCATELLI

Direttore del Consiglio superiore di sanità, Medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica conferita nel 2005, nato a Bergamo nel 1960, Franco Locatelli è il primario di Oncoematologia pediatrica e Medicina trasfusionale dell’ospedale pediatrico «Bambino Gesù» di Roma, un’eccellenza per la cura della leucemia e degli altri tumori che colpiscono i bambini. Laureato nel 1985 a Pavia in Medicina e chirurgia con il massimo dei voti e la lode, ottiene, sempre a Pavia, la specializzazione in Pediatria ed ematologia e, successivamente, frequenta come Honorary clinical visitor l’Hammersmith Hospital di Londra, dove apprende le tecniche di trapianto del midollo osseo. Luminare di fama internazionale, autore di oltre cinquecento articoli pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche mondiali, resta titolare della cattedra di Pediatria all’Università di Pavia fino al 2010, quando diventa professore ordinario di Pediatria all’Università La Sapienza di Roma. Nel curriculum di assoluto valore, anche la «firma» sull’ideazione della tecnica di terapia CAR-T, un sofisticato approccio di immunoterapia basata sull’ingegnerizzazione genetica dei linfociti T, che vengono potenziati per combattere i tumori.

«Il cancro si può vincere»: con quest’obiettivo, il professore e la sua équipe di specialisti e ricercatori hanno cominciato a lavorare il 31 maggio 2016 nel nuovo reparto per il Trapianto emopoietico e terapie cellulari del «Bambino Gesù», una struttura unica in Europa con 300 metri quadrati di spazi dedicati, posti letto ad alta tecnologia, stanze in completo isolamento ambientale dedicato a bambini affetti da leucemie acute e malattie genetiche (talassemie, anemie di Fanconi, immunodeficienze gravi) che richiedono trapianti di cellule staminali emopoietiche. Il «Bambino Gesù» effettua oggi il più alto numero di trapianti di midollo in Europa: ogni anno sono circa 140-150, un quarto dell’attività trapiantologica dell’intero Paese.

È un motivo di speranza e di orgoglio sapere che Franco Locatelli – «l’angelo bergamasco che salva i bambini» – rappresenti l’avanguardia nella ricerca e nella cura del tumore più diffuso in età infantile, la leucemia, guaribile oggi in circa il 75 per cento dei casi proprio grazie al progresso delle terapie. E come il professore afferma: «Ogni volta che riusciamo a sconfiggere il cancro, la gioia che proviamo è indescrivibile. Quando uno dei nostri bambini guarisce, il nostro lavoro trova nuove forze per andare avanti».

CESARE ZONCA

Avvocato e banchiere, già presidente del Credito Bergamasco e attuale presidente della Fondazione omonima. Laureato in Giurisprudenza, si è iscritto all’Albo degli avvocati nel 1961. Libero professionista, Cesare Zonca è stato consigliere comunale di Bergamo, membro del consiglio d’amministrazione dell’Università di Bergamo nonché amministratore dell’Ospedale Maggiore della stessa città e componente del Commissariato per il controllo degli atti della Regione Lombardia. Ha ricoperto tra l’altro la carica di consigliere d’amministrazione e componente del Comitato esecutivo della Banca Provinciale Lombarda dal 1983 al 1990, di amministratore in importanti società nel Gruppo San Paolo di Torino e in società industriali di rilievo, nonché quelle di presidente della Banca Lombarda spa e della Lombarda Holding spa.

Da dicembre 2007 a novembre 2011 ha ricoperto il ruolo di presidente di «Avipop Assicurazioni spa» e, da gennaio 2000 ad aprile 2014, è stato vice presidente di «Società di gestione servizi BP Scpa». Ha ricoperto, inoltre, la carica di amministratore di società per l’«Aeroporto civile di Bergamo-Orio al Serio Spa» (Sacbo) ed è stato altresì componente del collegio sindacale di società tra cui «Pietro Pozzoni & C. Sapa» e «Itema spa». Si è impegnato anche nell’ambito di prestigiose istituzioni culturali quale socio attivo nella Classe di Scienze fisiche ed economiche dell’Ateneo di Scienze, lettere e arti di Bergamo. È stato consigliere d’amministrazione e vice presidente vicario e quindi presidente e componente del Comitato esecutivo del Credito Bergamasco, ruolo che ha ricoperto per 22 anni, dal 1992 al 2014, fino alla fusione per incorporazione della banca nel Banco Popolare.

Successivamente alla fusione è stato nominato per un triennio consigliere d’amministrazione e componente del Comitato esecutivo del Banco Popolare. È attualmente presidente della Fondazione Credito Bergamasco, è stato anche consigliere d’amministrazione della Fondazione Bergamo nella storia e membro del Comitato direttivo della Fondazione per la Storia economica e sociale di Bergamo. La sua attività professionale e di banchiere è sempre stata caratterizzata da una profonda passione civile e politica, rivolta soprattutto alla tutela dei più deboli, e dalla ferma convinzione che lo sviluppo della cultura e delle conoscenze siano un presupposto necessario per la crescita civile del territorio bergamasco. In particolare, attraverso il suo ruolo di presidente della Fondazione, ha sostenuto con fermezza numerosi progetti di ricerca in campo sanitario e in attività socio assistenziali cittadine, come, ad esempio, la Casa di ricovero Fondazione Carisma. Da sempre attento alla vita culturale della città, ha dimostrato particolare attenzione alle esigenze dell’Accademia Carrara.

ANGELO PESSINA e FRANCO DEFENDI

Il 21 settembre scorso un velivolo da turismo, con a bordo quattro persone, è precipitato sul suolo del territorio di Bergamo. I signori Angelo Pessina e Francesco Defendi, che in quel momento transitavano nei pressi del luogo del disastro aereo, sono prontamente intervenuti per estrarre prima due ragazze figlie del pilota, e poi il pilota stesso pochi istanti prima che l’aereo prendesse fuoco, mettendo quindi a rischio le proprie vite per soccorrere e porre in salvo quelle dei passeggeri in pericolo.

BENEMERENZA CIVICA

AMEDEO COMINETTI

Maestro elementare e direttore generale delle Civiche scuole elementari di Bergamo dal 1912 al 1926. Attento educatore, si fece apprezzare per i suoi interventi sull’organizzazione della scuola: per i sussidi didattici, per il dopo scuola, per la refezione scolastica, per le biblioteche scolastiche, per gli apparecchi dimostrativi, per gli strumenti musicali, per le macchine di proiezione, coinvolgendo e ricercando sempre la partecipazione dei cittadini e degli Enti pubblici. Arrestato dal regime fascista nel 1926, subì il carcere e il confino a Lagonegro, fu iscritto nel Registro di frontiera e nel Casellario politico centrale come persona pericolosa. A fine guerra,a lui fu intitolata una delle scuole elementari di Bergamo, quella di via Borfuro, nel centro cittadino, ora dismessa e sede del Tribunale della città. Amico di Ernesto Rossi, ci piacerebbe averlo tra i concittadini benemeriti (fra l’altro la scuola elementare – a differenza delle Università e delle Scuole superiori – seppe dare prova di forte contrasto al fascismo).

PIERAGUSTO GANDINI

La sua attività sociale si è concentrata in particolare in Città Alta, quartiere dove ha scelto di vivere sin dagli anni 60. Nino è stato, negli anni ’70, tra i più attivi partecipanti del Gruppo di impegno per i problemi di Città Alta e i Colli, spendendosi, insieme ad abitanti del quartiere e a professionisti di fama nazionale e internazionale, per la conservazione e la valorizzazione del centro storico. In particolare, l’impegno individuale e collettivo si è rivolto alla difesa dei ceti popolari e alla pedonalizzazione a fronte di una crescente speculazione edilizia e di una mobilità sempre molto complicata connessa a una carenza di parcheggi. Nella Città Alta in rapida trasformazione, da borgo popolato e popolare a quartiere sociologicamente eterogeneo, ha tenacemente lavorato per la coesione sociale, per il mantenimento delle tradizioni e delle relazioni tra cittadini, associazioni e istituzioni. Tra i fondatori dell’Associazione Città Alta e Colli, di cui è stato presidente e tuttora socio molto attivo, Nino Gandini si è speso in un incessante e scrupoloso lavoro di analisi di Città Alta, delle sue problematiche nonché delle sue risorse e opportunità. Coerentemente con questa missione è stato anche presidente di Italia Nostra Bergamo e fondatore della cooperativa agricola della Scarola dei Colli.

Oggi, a 90 anni, partecipa attivamente anche al gruppo di lavoro sui progetti per il rilancio del Castello di San Vigilia con una metodologia di studio e di documentazione in opposizione all’utilizzo di facili slogan per risolvere i problemi. Nino Gandini fa parte di quel gruppo di persone, riformiste, che hanno sempre creduto nel dialogo con le istituzioni per il bene comune di Bergamo. Roberto Bruni, Paolo Crivelli, Giuliano Mazzoleni, sono alcune tra le persone con cui Nino Gandini ha condiviso la sua capacità propositiva per tutta la città di cui ancora oggi si notano i benefici.

ALEJANDRO DARIO GOMEZ (detto PAPU)

Alejandro Dario Gomez è il capitano e il simbolo dell’Atalanta europea che ha toccato il livello più alto della sua centenaria storia; come capitano si è sempre distinto in campo per sportività e professionalità; ha contribuito, con squadra e allenatore, a far conoscere e valorizzare il nome della nostra città in Europa. Negli ultimi anni ha rifiutato diverse offerte da grandi squadre scegliendo di sposare la causa atalantina; ha deciso di vivere a Bergamo anche dopo la carriera calcistica diventando parte integrante della nostra città. Si è distinto in ambito sociale per il forte supporto all’associazione no-profit «Gli Insuperabili» (scuola calcio per ragazzi con disabilità).

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO «COMPAGNI DI STRADA»

L’associazione «Compagni di Strada» nasce a Bergamo nel 2002. Offre aiuto, sostegno e supporto alle famiglie di alcolisti e tossicodipendenti attraverso incontri settimanali e una rete territoriale di riferimento. Valutando i singoli casi, propone un servizio basato sulla competenza e la totale gratuità, orientando i ragazzi presso le comunità di recupero, organizzando gruppi di autoaiuto per le famiglie, rappresentando un approdo sicuro per molti genitori, fratelli, figli di persone tossicodipendenti. È’ un lavoro paziente, delicato e costante quello dell’associazione, che in questi anni ha portato molti ragazzi fuori dal tunnel ed ha accompagnato famiglie in percorsi difficili. Il racconto reciproco delle esperienze, un consiglio dato da chi ha vissuto in prima persona la tossicodipendenza, il contatto con le comunità, la testimonianza di chi con fatica e impegno ce l’ha fatta, spesso rappresentano una mano tesa, la speranza di tornare ad una vita normale, la salvezza di un figlio. L’associazione dal 2004 organizza incontri aperti e gratuiti ogni martedì sera, nella sede di Borgo Santa Caterina 1/C, dove decine di persone a ogni riunione trovano ascolto e prossimità, costruiscono legami umani. Un’opera indubbiamente preziosa e meritoria che rappresenta un valore aggiunto nella nostra città solidale e attenta ai bisogni dei più fragili.

WALTER MAPELLI

Walter Mapelli, oltre a essere stato un magistrato di altissimo prolilo professionale, dotato di ottima preparazione giuridica e di spiccata curiosità intellettuale, nei due anni e mezzo in cui è stato procuratore della Repubblica di Bergamo, è divenuto profondo conoscitore delle dinamiche economiche e imprenditoriali della città e della provincia. Attento alle emergenze del territorio, si è occupato sia di sicurezza sul lavoro, che di infiltrazioni mafiose, oltre che di violenza di genere, e ha saputo coniugare il rispetto dell’operosità dei cittadini bergamaschi all’intransigenza e severità nei confronti di coloro che non rispettano le regole. Dotato di grande senso di umanità e di interesse per le eccellenze imprenditoriali e non solo, ha instaurato rapporti con l’Università, enti pubblici e associazioni, da Confindustria ai «Ragazzi on the road», e ha avviato una serie di iniziative volte a rafforzare in ciascuno il senso di legalità. A questo proposito, è stato convinto fautore del principio di una Procura aperta e vicina a tutti i cittadini. Amante della nostra città e delle nostre montagne, da oltre vent’anni trascorreva il periodo estivo a Castione della Presolana. Cultore dell’arte, si è impegnato per lavori di restauro e recupero del Palazzo della Procura, oggi in corso.

LAURA SERRA PERANI

Laura Serra, laureata in Fisica all’Università Statale di Milano, ha insegnato Matematica e Fisica in diversi Istituti cittadini, stabilizzandosi poi al Liceo scientifico «Filippo Lussana» a seguito del concorso ordinario. Ancora oggi collabora come docente presso l’Accademia della Guardia di Finanza e come esercitatore presso la facoltà di Ingegneria di Dalmine. Dal 1988, su incarico dell’allora assessore alla Cultura della Provincia di Bergamo, Giorgio Mirandola, e sulla spinta della mostra sul ’700 a Bergamo realizzata dall’Ateneo di Scienze, lettere e arti, ha iniziato a studiare e a catalogare gli strumenti scientifici custoditi nel Gabinetto di Fisica del Liceo classico «Paolo Sarpi», in parte confluiti presso il Museo di Scienze naturali «Enrico Caffi».

Nel corso degli anni, Laura Serra ha approfondito lo studio dell’origine della costituzione del Gabinetto di Fisica, della storia dei singoli strumenti, dell’uso didattico di ciascuno e dei princìpi illustrati dalle esperienze realizzabili con tali strumenti, delle illustri personalità che hanno animato la vita culturale e la didattica delle materie scientifiche dell’Istituto, prima Collegio Mariano poi, dal 1803, Liceo dipartimentale del Serio, in seguito Regio Liceo e Regio ginnasio liceale, fino alla definitiva intitolazione a Paolo Sarpi. Tali conoscenze le hanno permesso di divulgare i risultati dei suoi studi in conferenze e in pubblicazioni curate soprattutto dall’Ateneo di Scienze, lettere e arti, ma anche di ricercare e di incontrare illustri studiosi appassionati di strumenti scientifici antichi, di guadagnarsi la loro stima e di presentare il patrimonio del Gabinetto di Fisica del Liceo «Sarpi» a congressi internazionali.

Laura Serra, con tenacia e pazienza, è riuscita a far apprezzare il valore del ricco patrimonio storico scientifico innanzitutto ai dirigenti scolastici e ai docenti dell’istituto ed è stata di costante stimolo perché si cercassero e si trovassero le risorse necessarie alla creazione di un catalogo completo degli strumenti e si attuassero le forme più adatte alla valorizzazione del patrimonio. Infine, Laura Serra ha contribuito in misura sostanziale a far sì che anche gli antichi strumenti del Gabinetto di Fisica, ora custoditi al Museo «Caffi», potessero essere restaurati, catalogati, corredati da schede illustrative del funzionamento e dei principi fisici dimostrabili con il loro utilizzo, per essere esposti a raccontare un pezzo importante della storia della conoscenza a Bergamo. Anche questo impegno, intellettuale e manuale, ha contribuito a raggiungere un importante traguardo, l’apertura cioè di una speciale sezione dedicata alla didattica delle scienze all’interno del Museo «Caffi», che dovrebbe avvenire entro al fine di quest’anno.

COMITATO BERGAMASCO PER L’INTEGRAZIONE

Per il lavoro di coesione tra le associazioni legate alle persone con disabilità, per il forte sostegno alle istituzioni e alle organizzazioni del terzo settore titolari di servizi per la disabilità. Negli ultimi anni, il comitato e tutti i suoi rappresentanti si sono spesi con i territori della provincia per costruire un protocollo teso a favorire l’omogeneità delle prestazioni nei diversi centri diurni disabili della provincia di Bergamo e a sostenere l’importanza del ruolo delle famiglie nella compartecipazione delle famiglie ai servizi.

CARLO VIMERCATI

Carlo Vimercati, per anni nel Consiglio d’amministrazione della Fondazione Cariplo e presidente della fondazione Comunità Bergamasca. Aveva 63 anni, era nato in provincia di Monza, a Veduggio con Colzano, ma da sempre era attivo nel mondo dell’associazionismo e del no profit bergamasco. Decisiva per la sua formazione, e per la sua vita, l’esperienza di Gioventù studentesca, il movimento giovanile di Comunione e liberazione, al quale è rimasto sempre legato grazie anche alla conoscenza del fondatore di Cl, don Luigi Giussani. Il ricordo di Carlo Vimercati a Bergamo è però legato all’esperienza della Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus, che crea nel 2000 dopo aver assunto un ruolo fondamentale nella cabina di regia del Progetto Fondazioni comunitarie di Fondazione Cariplo a Milano e quello di membro dell’Osservatorio nazionale del volontariato presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali a Roma.

L’instancabile e gratuito impegno profuso ininterrottamente da Carlo Vimercati per vent’anni, ha permesso alla Fondazione Comunitaria di Bergamo di divenire ente di riferimento nel territorio per i bisogni della Comunità, svolgendo una funzione di raccordo e di intermediazione fra i donatori e le Organizzazioni non profit che realizzano progetti di utilità sociale. In questo modo Carlo Vimercati, attraverso la Fondazione Comunitaria, ha migliorato la qualità della vita di quanti vivono e operano in città e nella provincia di Bergamo. La Fondazione Comunitaria è il «bene comune» per antonomasia che Carlo Vimercati ci ha lasciato perché appartiene alla comunità ed è indipendente da ogni interesse particolare.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE MARINAI D’ITALIA

L’Anmi (Associazione nazionale marinai d’Italia), che nella nostra città ha un gruppo molto attivo e presente che porta il nome della Medaglia d’oro al valore militare «C.C. Ugo Botti», comandante nella Seconda guerra mondiale del sommergibile «Provana», da molto tempo porta e tiene vivo il culto della patria, l’attaccamento ai valori e alla Marina militare, difende e mantiene alto e vivo lo spirito che permea la vita marinara, le sue tradizioni e la memoria di coloro che credendo fermamente nel dovere verso la patria e le sue istituzioni, hanno sacrificato la vita. L’associazione pone i suoi iscritti in continuità di servizio con i colleghi che hanno ancora l’onore di servire la patria in uniforme e attua tutte quelle iniziative che tendono a realizzare la più diffusa conoscenza della Marina sul territorio, mettendo a disposizione delle Istituzioni una forza qualificata, volontaria e onorata.

L’associazione tende a realizzare concretamente ogni forma di solidarietà, mediante lo scambio di informazioni e servizi fra i soci, attività sportive e culturali ed iniziative di valore sociale. In particolare, l’Anmi svolge le seguenti attività: promozione e sviluppo dell’assistenza morale e materiale, alimentando i sentimenti di reciproca solidarietà; organizzazione di mostre/concorsi di pittura, modellismo, filatelia, fotografia per studenti su soggetti e argomenti di carattere militare-navale-marinaro, nonché di tutte quelle manifestazioni culturali che possano incrementare la diffusione della cultura marinara; si interfaccia con le autorità locali affinché intitolino e manutengano vie, piazze, monumenti, cippi, lapidi dedicati ai Caduti del mare; organizza, presso i Gruppi metropolitani ed esteri, cerimonie (commemorazione Caduti del Mare, Santa Barbara, Festa della Marina, Pellegrinaggi a Sacrari nazionali ed esteri, ecc.) e partecipa con rappresentanze dell’Anmi a tutte le manifestazioni patriottiche a carattere nazionale e locale.

Grande attenzione è rivolta alla nuove generazioni e in particolare alla promozione di un radicato sviluppo della coscienza e della cultura marinara. I settori di attività interessati offrono un ampio spettro di possibilità, tra cui: imbarchi su navi scuola e velieri, visite a porti/basi/navi, corsi di vela/canoa/canottaggio/assistente bagnanti, attività pratica di apprendimento sulla realizzazione di nodi, conferenze su tematiche a carattere marinaresco e di arte marinara, introduzione al modellismo navale, campagna sulla sicurezza stradale e della navigazione, ecc.

ARMANDO BALDIS

Armando Baldis nasce a Bergamo (Redona) il 6 ottobre del 1926. Nel 1962 si sposa con Giannina Carminati, anche lei bergamasca, dalla quale ha cinque figli. La sua è una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, prima come impiegato alla «Montedison» a Milano, poi come insegnante di scienze al Collegio Celana a Caprino Bergamasco. Negli anni ’80 diventa direttore del Centro di rieducazione della Croce rossa, a Torre Boldone, dove fonda il primo centro di ippoterapia per ragazzi con disabilità, in Italia. Fin da ragazzo crede fortemente nel metodo educativo dello scoutismo. Nel 1945, a 19 anni, su suggerimento dell’allora vescovo Adriano Bernareggi, fonda e guida la sezione bergamasca dell’Asci (Associazione scout cattolici iItaliani, divenuta Agesci nel 1974) e contribuisce a diffondere lo scoutismo negli oratori. Armando non abbandona mai gli scout, per molto tempo è infatti anche responsabile bergamasco del Masci (Movimento scout adulti).

Tra le iniziative scout di cui è stato promotore, si segnala quella di portare a Bergamo ogni anno, per Natale, la luce di Betlemme, attinta dalla fiamma che arde nella basilica della Natività, come gesto di fede e di pace ma anche di concreta solidarietà. Partecipa a ben tre Giubilei, tra cui quello del 2000 quando, nonostante i suoi 74 anni, percorre 600 chilometri (sempre in bicicletta) partendo da Bergamo per giungere in piazza San Pietro a Roma. Del resto, utilizzò la bicicletta anche per il viaggio di nozze a Lourdes con Giannina, con la quale guidò anche gruppi di preparazione al matrimonio. Ha vissuto sempre con gli scout nel cuore, dedicando la sua vita all’amore per il prossimo e allo spirito di servizio, accompagnato da una fede incrollabile.

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