Bergamo, richieste d’asilo a rilento
«Tre anni per smaltire gli arretrati»

Il parlamentare bergamasco Gregorio Fontana denuncia: «Commissioni sempre più in affanno. Con questo ritmo a Bergamo ci vorranno tre anni per smaltire solo gli arretrati. Urgente riforma sistema Commissioni».

Durante l’odierna audizione in Commissione migranti del Presidente della Commissione nazionale per il diritto di asilo del Ministero dell’Interno, Angelo Trovato, il deputato bergamasco di Forza Italia membro della Commissione parlamentare di inchiesta migranti, Gregorio Fontana, ha portato all’attenzione del Presidente la questione delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale. Commissioni, che in tutta Italia sono in grave affanno con tempi di definizione inaccettabili. In particolare il problema tocca seriamente anche la Sezione di Bergamo: su un numero di richiedenti asilo pari a 1485, i casi esaminati dall’8 aprile 2016 al 20 gennaio 2017 sono stati 471 in 287 giorni. Le richieste pendenti al 20 gennaio 2017 sono 1944. Con il ritmo attuale, per esaurire le richieste pendenti, ad oggi, serviranno ancora 3 anni e 3 mesi. Stando così le cose, si finirebbe il 19 aprile 2020, sempre che non ci siano più sbarchi e che non arrivi più nessuno migrante.

A livello nazionale in un anno è stato definito lo status di 91.000 migranti /richiedenti asilo. Ma sono ben 110.000 le richieste ancora pendenti. «Questo è inammissibile in Italia come a Bergamo, innanzitutto sotto il profilo umanitario, visto che si tengono le persone sospese nel limbo. Ma ci sono anche altri problemi- sottolinea l’esponente azzurro-. Con i ritmi finora tenuti dalle Commissioni – pur con tutta la indiscutibile buona volontà dei commissari – anche nel resto d’Italia ci vorrà più di un anno solo per smaltire gli arretrati. Nel frattempo, gli arrivi sulle coste non si fermano. Questo provoca una forte pressione sul nostro sistema di accoglienza, con notevoli costi economici e anche preoccupanti conseguenze sul piano della sicurezza. La fase della prima definizione dello status del migrante/richiedente asilo è nella diretta responsabilità dell’Esecutivo, che ha il dovere di garantire una procedura rapida ed efficace. Abbiamo sollecitato decine di volte governo su questo fronte, ma senza risultato. Occorre che il governo intervenga immediatamente; in gioco ci sono la dignità delle persone, i soldi degli italiani e la sicurezza dei cittadini».

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