Bergamo saluta il contingente russo
Fontana: reagenti per raddoppiare tamponi

Si è conclusa la missione di aiuto dell’esercito russo che ha supportato l’Italia e Bergamo in primis nella lotta al Covid-19.

Nel pomeriggio di giovedì 7 maggio all’Hotel San Marco di Bergamo è intervenuto anche Attilio Fontana, il presidente della Regione Lombardia, per il saluto istituzionale all’unità di protezione batteriologica, chimica e radioattiva dell’esercito russo che ha decontaminato complessivamente 114 edifici in decine di località della Lombardia operando molto nella nostra provincia sanificando soprattutto le Rsa.

Ecco le parole del governatore: «Un ringraziamento a tutte le persone che hanno fatto parte di questa brigata. Siete arrivati in uno dei momenti più difficili e avete portato il vostro aiuto concreto ai nostri medici a cui va rivolto il nostro costante ringraziamento. Ci avete portato anche il valore dell’amicizia e solidarietà, di non sentirci soli nel momento della difficoltà e questo aiuta. i cittadini credo che abbiamo ben apprezzato vostra presenza so che si è subito creato rapporto d’amicizia con tutti i membri della brigata russa. Credo che sia stata una prova difficile e diciamo grazie a voi, questa è la dimostrazione che nel nostro mondo esiste solidarietà amicizia e aiuto. Grazie ancora».

A margine del saluto, Fontana ha parlato dei tamponi: «Si fa fatica a recuperare i reagenti. Sto aspettando in questi giorni la risposta da un’azienda. Allora si potrebbe raddoppiare il numero di tamponi».

A Bergamo è arrivato anche l’ambasciatore russo in Italia, Sergej Razov: «Un mese e mezzo è passato velocemente per chi guardava da fuori ma per medici e specialisti che lavoravano a Bergamo è stato un periodo duro. Gli uomini russi hanno lavorato con impegno e dico loro grazie, potete tornare i Russia a testa alta. Settantasei persone sono state dimesse dall’ospedale, sono state trattate dai medici russi insieme ai colleghi italiani. Sono stati bonificati migliaia di metri quadri dagli specialisti russi prevenendo così il rischio di contagi. Oggi i nostri ministri della Difesa hanno parlato per telefono e la parte italiana ha espresso ancora una volta l’apprezzamento per il lavoro svolto. Abbiamo ricevuto tanti apprezzamenti dalle autorità e dai cittadini. Mi auguro che la nostra cooperazione costituirà una pagina di solidarietà e simpatia tra Italia e Russia».

In mattinata alla Fiera di Bergamo c’era stato un primo saluto istituzione.Le parole del sindaco di Bergamo Giorgio Gori: «Da parte della città di Bergamo un grazie di cuore per quello che avete fatto. Siete arrivate nel momento della maggiore difficoltà per la città, per il territorio e per i suoi presidi sanitari e la realizzazione di questo ospedale da campo grazie anche al vostro contributo è servita a dare sollievo alla filiera ospedaliera e a consentirci di mettere un po’ d’ordine nella nostra attività di cura. Oggi la situazione è molto migliorata: voi avete assistito giorno dopo giorno al progressivo lento miglioramento della situazione. In tutto questo è emersa la vostra capacità, competenza come medici, infermieri e la vostra qualità come persone che noi abbiamo potuto apprezzare. Non credo abbiate avuto molto tempo libero ma forse avete potuto vedere la città, cominciare a conoscerla e l’avete vista in una situazione molto particolare: città vuota accompagnata dal bel tempo del mese d’aprile ma a tratti addirittura spettrale nel suo essere deserta della vita dei cittadini. Spero l’abbiate in ogni caso apprezzata, che vi sia piaciuta e vi sia venuta voglia di tornare anche senza uniforme come cittadini della Russia a visitare Bergamo a portare i vostri concittadini. Io spero che siano riattivati presto i voli che collegano Bergamo a Mosca e che vi si possa incontrare ancora in un tempo più felice. Ringrazio tutti. Il ringraziamento di oggi è soprattutto per voi, grazie di cuore per quello che avete fatto e buon rientro».

Il prefetto Enrico Ricci ha sottolineato che «tenevo a ringraziare le donne e gli uomini del contingente militare russo per lo straordinario lavoro che hanno fatto in questo periodo così difficile per l’Italia e in particolare per Bergamo. Io è da poco che sono qui, all’incirca quanto voi, e ho sentito subito parlare della vostra attività. Mi è stata raccontata la vostra grande professionalità ma anche la passione con cui avete svolto questo compito. Un grazie di cuore: la vostra generosità e solidarietà rimarranno nei nostri cuori e sono un seme prezioso per la collaborazione internazionale, alla quale l’Italia crede molto. Buon rientro alle vostre case e un grazie ancora di cuore».

Il generale Giuseppenicola Tota, in rappresentanza dell’esercito italiano, ha accompagnato in tutto il suo percorso il contingente militare russo: «Il primo ringraziamento va alle autorità e alla direzione ospedaliera. Grazie di cuore. Il secondo ringraziamento è a tutte le donne e gli dell’esercito russo, un esercito che abbiamo visto contrapposto a noi, però la nostra storia non è solo di contrapposizione ma anche una storia di solidarietà: nel 1908, per il terremoto di Messina, fa la marina russa la prima ad intervenire a favore di quelle popolazioni che subirono un grandissimo disastro e dopo 112 anni voi siete ancora qui a darci una mano e noi non lo dimenticheremo. Il nostro apporto è stato militare a iniziare dall’Ana che è un’emanazione militare, l’organizzazione militare non serve solo per fare certe cose cruente ma anche e soprattutto adesso per dare una mano alla gente ed è stato interessante vedere gomito a gomito i nostri medici, operatori e i vostri operare insieme con lo stesso obiettivo e io voglio accomunare a questo riconoscimento anche Emergency. Grazie a tutti.

A rispondere a Tota è stato il generale Sergey Kikot, capo della delegazione russa: «Grazie a voi, le parole del generale Tota sono state speciali, un ringraziamento speciale anche per lui. I nostri medici si sono dimostrati professionisti, hanno lavorato con tutte le loro conoscenza e esperienza ma anche con la loro anima. I nostri medici hanno dato l’anima e impegno, sapevano che abbiamo un nemico comune da combattere: il Covid. Auguro buona salute a tutti gli italiani, ai bergamaschi e spero che questa Fiera possa diventare di nuovo il più presto possibile un luogo espositivo per cui è stata ideata».

Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII, ha ringraziato il contingente russo parlando anche del futuro: «Siete venuti in aiuto della città di Bergamo, della nostra provincia in un momento molto difficile e tornerete nelle vostre case trovando una situazione che riguarda tutto il mondo: il Covid-19. Siamo in una fase nuova, in Italia parliamo di fase 2, una fase difficile dove per un po’ di tempo dovremo convivere con il Covid e con pazienti non Covid, questo dal punto di vista ospedaliero. Una fase in cui però vogliamo mantenere anche fede al grande lavoro che è stato fatto in questo ospedale proponendo una fase 2 anche in fiera. In questa fase 2 abbiamo meno bisogno di posti letto per i ricoveri e in particolare per le terapie intensive ma abbiamo bisogno di spazio perché il Covid ha bisogno di spazio per il distanziamento, per le nostre prestazioni ambulatoriali, in particolar modo quelle rivolte ai pazienti che abbiamo dimesso negli ultimi mesi, pazienti covid. Questo presidio resterà per supportare un’eventualità che nessuno di noi si augura. Sarà quindi una struttura modulare che useremo in modo modulare».

L’assessore regionale Pietro Foroni aggiunge: «Penso che sia stata una esperienza assolutamente proficua, nel senso che la presenza dei russi è stata di una grandissima utilità, anche perché è coincisa con l’avvio dell’ospedale in Fiera qui a Bergamo e dai riscontri che abbiamo avuto devo dire che c’è stata una buona interazione. È stata una presenza indispensabile: per avviare una nuova esperienza ospedaliera come questa era necessaria la presenza di sanitari ed eravamo in difficoltà per reperire medici in Italia. Difficoltà che c’è ancora: quindi la presenza di sanitari provenienti da realtà estere, in questo caso russi ma anche medici cubani, polacchi, albanesi e di tantissime realtà a livello internazionale ha dato un sostegno al nostro Paese e soprattutto alla Lombardia che è stata la zona più colpita».

Presente anche l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi: «Pietro Foroni conosce bene l’ospedale da campo perché l’opera è molto merito suo e della sua cocciutaggine. Porto il ringraziamento sincero di tutta la giunta della Regione, dell’assessore alla Sanità Gallera e del presidente Fontana. Il contingente russo di specialisti dell’esercito, specialisti medici, è arrivato in un momento in cui Bergamo versava in una grande difficoltà. Ricordiamoci che i russi hanno dato una mano non solo qui in questo ospedale da campo ma ci hanno aiutato prima ancora di arrivare all’ospedale da campo con la sanificazione delle Rsa in tutta la provincia. Hanno aiutato non solo Bergamo ma anche Brescia. Ci avete dato un aiuto concreto, ci avete aiutato a superare questi momenti di difficoltà e la vostra professionalità si è fatta sentire. Ricordatevi e sappiate che la Lombardia intera non dimenticherà quello che avete fatto per la nostra terra e che qui soprattutto per voi ci sarà sempre una seconda casa disponibile ad accogliervi per ringraziarvi per quello che avete fatto».

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